SAN BIAGIO - Come aiutare un amico che è stato colpito da un tumore? Sembra non ci sia una risposta. Invece ci si può provare, per davvero. A dirlo è chi ha...
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L'IDEA
Entrambe le famiglie hanno perso una figlia. E ora hanno deciso di andare incontro a chi non sa come comportarsi davanti a situazioni del genere. «In questi casi non si sa mai cosa dire. Ma è possibile dare comunque un semplice aiuto concreto, come segno di amicizia spiega Marco Mion, padre di Margherita, oltre che assessore al Bilancio di San Biagio siamo partiti dalla nostra esperienza con l'obiettivo di cercare di dare una mano alle persone che vogliono aiutare qualcuno». Il depliant si può già scaricare dai siti internet Margheritamion.it e Agito.it. L'aspetto economico è uno dei più complessi. «Seppure le terapie mediche siano coperte dal sistema sanitario nazionale si legge nell'opuscolo l'economia delle famiglie dei pazienti oncologici spesso viene messa a dura prova». Si suggerisce di chiedere il codice Iban della famiglia colpita, senza imbarazzi, per effettuare delle donazioni o delle raccolte di fondi.
I SUGGERIMENTI
Un bel regalo possono essere le carte prepagate dei vari negozi. Così come abbonamenti a canali digitali, soprattutto se una persona è costretta a passare molto tempo a letto. Nel caso di colleghi, si può verificare se c'è la possibilità di donare le ferie. E non ci si ferma qui. Una delle situazioni più difficili è quando si ammala un bambino. Margherita c'è ancora vita e Agito, guidata da Sabrina Bergonzoni, suggeriscono agli amici della famiglia innanzitutto di fare in modo che i loro compagni continuino a mantenere i rapporti con i piccoli che combattono contro un tumore. Senza scordare gli aiuti concreti ai genitori, come accompagnare a scuola i fratelli e così via. C'è poi la possibilità di stare vicino alle persone malate offrendosi per comperare loro ciò di cui hanno bisogno, eventualmente anche limitandosi a lasciare le cose sulla porta di casa. Così come può essere importante mandare loro un video registrato con gli amici, in modo che possano guardarlo, senza che ci sia necessariamente il bisogno di interagire. E così via.
IL VOLANTINO
«Il depliant Piccole carezze ora verrà distribuito nei luoghi pubblici, a partire dagli ospedali e dagli studi medici conclude Mion l'auspicio è che possa servire e che le persone decidano anche di fotocopiarlo per farlo arrivare dove pensano ci possa essere bisogno».
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Il Gazzettino