Bambino morto a soli due mesi. L’autopsia: non fu colpa del vaccino

Smentito dai medici legali il possibile collegamento tra la morte del bimbo di due mesi e il vaccino
CONEGLIANO (TREVISO) - L’esame autoptico è concluso e ha...

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CONEGLIANO (TREVISO) - L’esame autoptico è concluso e ha confermato le prime ipotesi: il piccolo Jerome non è morto a seguito della vaccinazione a cui era stato sottoposto poche ore prima. Il decesso del bimbo, di appena due mesi, avvenuto a Conegliano lo scorso 6 aprile, è riconducibile ad un «chiaro caso di “morte in culla” da interessamento secondario dell’organo cardiaco». Lo scrive il consulente medico legale nominato dalla Procura, nell’ambito dell’inchiesta avviata per accertare le cause della morte e la sussistenza di eventuali responsabilità, accertamento sollecitato dagli stessi genitori del bambino attraverso un esposto, depositato attraverso il proprio legale di fiducia, l’avvocato Roberto Russi. La consulenza è firmata dal dottor Antonello Cirnelli all’esito delle indagini medico legali eseguite e convalidate sia dall’università di Padova che dall’Universita di Bologna (ha partecipato alle analisi il professor Giacomo Faldella, direttore della cattedra di Pediatria e Neonatologia dell’università di Bologna), ed esclude una correlazione con il vaccino esavalente e il vaccino contro lo pneumococco che erano stati somministrati al piccolo circa 12 ore prima rispetto al decesso. Il piccolo era affetto da un deficit enzimatico, il cosiddetto “favismo”, una condizione genetica piuttosto diffusa in Africa che però non comporta rischi in caso di vaccinazione. L’avvocato dei genitori del bimbo aveva incaricato un medico di propria fiducia, il dottor Dario Miedico, specialista in igiene ed epidemiologia conosciuto per le sue posizioni “no vax”, il quale lamentò di non essere stato messo nelle condizioni di poter partecipare all’autopsia, eseguita con estrema rapidità, subito dopo l’affidamento dell’incarico in Procura. In realtà, come hanno precisato gli inquirenti, l’esame iniziò cinque ore dopo l’affidamento dell’incarico anche per verificare se il dottor Miedico fosse stato radiato dall’Ordine di Milano, come pareva in un primo momento(in realtà all’epoca pendeva un procedimento non ancora deciso) e, anche successivamente, il medico non ha partecipato a nessuna delle riunioni convocate per verificare gli accertamenti. L’inchiesta, a carico di ignoti, è coordinata dal sostituto procuratore di Treviso, Giulio Caprarola.

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Il Gazzettino