PORDENONE - Una campagna per l’informazione e la vaccinazione contro l’influenza di stagione in tutte le fabbriche per prevenire e rendere più agevole la...
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FASE DELICATA
Quel modello - attraverso la collaborazione e i controlli da parte degli organismi paritetici territoriali anche in quelle tante aziende dove non c’è il sindacato in forma strutturata - ha consentito che fino a oggi fabbriche e luoghi di lavoro siano sicuri e a contagio-zero. Ed è proprio da quest’esperienza che partirà nei prossimi giorni - primo accordo pilota in Italia - il progetto “Ancora più sicuri in fabbrica: vaccinati al lavoro”, un piano voluto come misura di profilassi in funzione anti Covid-19 attraverso la diffusione, su base volontaria, la vaccinazione anti-influenzale finanziata nelle fabbriche dalle imprese che aderiranno. L’obiettivo è raggiungere più fabbriche possibile: le imprese aderenti a Confindustria contano sul territorio circa 35 mila addetti. Entro il 30 settembre tutte le aziende riceveranno un documento della Direzione regionale della Salute in cui si spiegano opportunità e vantaggi della vaccinazione. Si capirà poi quante aziende aderiranno all’iniziativa e quante dosi di vaccino saranno necessarie. Confindustria reperirà - se le 350 mila del piano regionale, 80 mila dell’Asfo, non basteranno - le dosi in modo da coprire tutti i lavoratori che decideranno di immunizzarsi. Le vaccinazioni, da completare entro il 15 novembre, saranno effettuate nelle fabbriche con i professionisti della cooperativa dei dottori di medicina generale “Medici cure primarie” e di personale della Croce Rossa. «Siamo in una fase delicata – ha aggiunto Agrusti – determinatasi dal rientro dalle vacanze, perlomeno per chi le ha potute fare, e da un filone negazionista di cui si deve tener conto. Vaccinarsi è importante per due ragioni: che eventuali sintomi influenzali sarebbero immediatamente riconducibili al Covid19 (con evidenti vantaggi dal punto di vista clinico-terapeutico) e che potrebbe presentarsi una contemporanea infezione causata da entrambi i virus capace di mettere in crisi anche soggetti non deboli».
IL RUOLO SINDACALE
«Le buone pratiche e gli accordi cui si è giunti nei mesi scorsi - hanno sottolineato Flavio Vallan (Cgil), Cristiano Pizzo (Cisl) e Roberto Zaami (Uil) - in questo territorio attraverso gli organismi bilaterali vanno implementati ed estesi. Abbiamo chiesto alla Regione e all’Azienda sanitaria che utilizzi questi strumenti che ci sono sul territorio per estendere il più possibile le garanzie e i protocolli che consentono di lavorare in sicurezza in più luoghi possibili. Con questo accordo viene lanciato un messaggio che fa chiarezza e dà certezze sul fronte sanitario. Ora è necessario lavorare, nel tempo che abbiamo davanti, per coinvolgere il numero di imprese e di lavoratori più elevato possibile». A questo proposito il sindacato ha sottolineato «come ci siano interi comparti, come quello del terziario o degli appalti, in cui i lavoratori sono lasciati soli ed è molto più difficile trasformare in pratiche concrete quello che prevedono gli accordi che si firmano». Dai prossimi giorni partirà la fase informativa con documenti ufficiali inviati alle aziende e locandine informative affisse in tutti i luoghi di lavoro. Seconda fase: approvvigionamento delle dosi di vaccino necessario e avvio della campagna. Che sarà parallela a quella “istituzionale” dell’Asfo, rivolta a over-60, bambini under-6 e categorie a rischio oltre al personale sanitario, che prevede circa 80 mila vaccinazioni in provincia. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino