VENEZIA - Il bimbo non è in regola con le vaccinazioni, quindi non entra all'asilo. Nemmeno se la carenza di vaccini è giustificata da motivi medici, come...
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Oggi il bimbo sta meglio, ha iniziato alcune cure mediche che gli hanno concesso di iniziare il percorso vaccinale: «Ha fatto la tetravalente, ma il Comune mi chiede anche il morbillo. Ripeto, non ho nulla contro i vaccini, ma da un mese non riesco a portare mio figlio a scuola perché non è in regola. So che anche i medici, che ringrazio, mi hanno aiutata contattando il Comune per informarli del fatto che il percorso sia stato intrapreso, ma sembra non essere sufficiente».
LO SPIRAGLIO
A metà mese il piccolo dovrebbe poter sostenere il secondo vaccino, quello per il morbillo, e a quel punto pare che le porte dell'asilo possano aprirsi: «Mi è stato detto - continua la madre - che in quel caso se ci saranno posti saranno lieti di accoglierlo, ma il problema è un vaccino solo? È ovvio che sarà indietro rispetto al programma normale di vaccinazioni». La mamma si dice molto dispiaciuta per quanto accaduto, augurandosi che le cose possano rientrare il prima possibile: «Non mi sento in torto, credo di aver subito una violenza ingiustificata e ci sono rimasta molto male, soprattutto per mio figlio. Abbiamo cominciato ora il percorso vaccinale, il medico mi dice che va tutto bene, perché far perdere tempo ad un bambino?». Quindi la donna rincara la dose: «Ci mandano a incontri con lo psicopedagogista che ci dice che usiamo i bimbi come pacchi postali, poi all'ultimo anno me lo blocchi nonostante il certificato? Così non va bene».
IL COMUNE
Dal Comune, l'assessore alle politiche educative Paolo Romor preferisce non entrare nel merito del caso singolo, ribadendo però come ci sia apertura da parte dell'amministrazione nel fare informazione e chiarendo la situazione: «Il Comune adempie all'obbligo, previsto dalla legge, di procedere con la decadenza, dall'iscrizione, per quei bambini che l'Asl abbia indicato come non in regola rispetto all'obbligo vaccinale». Romor ha quindi fornito i dati di quanti non siano in regola: «Parliamo, per quest'anno scolastico, di un elenco di una ventina di casi sui circa 2250 iscritti ai nidi ed alle scuole d'infanzia comunali: un'incidenza molto bassa, circa lo 0,9%, che è anche il frutto del costante lavoro di informazione, alle famiglie, da parte dei nostri uffici e delle nostre maestre che ringrazio».
Tomaso Borzomì Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino