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TREVISO - Paolo Burelli lascia la Breast Unit del Ca’ Foncello. Il direttore del centro di chirurgia senologica, 66 anni, originario di Silea, ha firmato la domanda di pensionamento. Un anno e mezzo fa aveva chiesto e ottenuto di restare in servizio oltre i 65 anni. Sulla carta potrebbe continuare fino al 2027. Ma evidentemente le cose sono cambiate. Che la decisione non sia semplice è confermato anche dal fatto che il chirurgo si è riservato la possibilità di tornare sui propri passi entro il 30 settembre, termine formale previsto per eventuali ripensamenti. «Ha manifestato la volontà di andare in pensione - spiega Francesco Benazzi, direttore generale dell’Usl della Marca - se poi dovesse tornare indietro, saremmo felicissimi. In ogni caso lo ringraziamo per quanto ha fatto. Da bravo direttore, ha lasciato anche bravi collaboratori. Grazie allo stesso Burelli, il suo aiuto Christian Rizzetto è cresciuto. L’équipe è al suo livello. E questo ci permetterà di garantire la continuità senza problemi».
I RISULTATI
Una rassicurazione importante se si pensa che sono 900 i nuovi casi di tumore al seno che emergono ogni anno nella Marca, con una crescita tra le giovani donne. La decisione di Burelli, comunque, non è di quelle che passano inosservate. Dopotutto è stato uno dei fondatori della Breast Unit di Treviso, centro di riferimento regionale e uno dei centri di riferimento della Scuola italiana di chirurgia senologica.
GLI OBIETTIVI FUTURI
Ora si guarda avanti. Le nuove frontiere si concentrano su sistemi di intelligenza artificiale capaci di analizzare le mammografie per individuare le donne che rischiano di sviluppare un tumore al seno, prima ancora che ci siano segnali visibili. Allo stesso tempo, oltre all’aspetto della genetica, il centro sta valutando anche nuove possibilità di trattamento a livello regionale, come la crioterapia, per certi tipi di tumori mammari. Erano stati questi obiettivi a spingere Burelli a chiedere di poter rinviare la pensione. Gli stimoli non mancavano. Mentre la possibilità di lavorare nel privato era sempre stata vista come secondaria. «Credo che nel settore della senologia in Veneto nessuno superi gli standard qualitativi del pubblico» aveva specificato. Ora restano poco più di due settimane di tempo per prendere la decisione definitiva.
Chi invece è già certo di lasciare l’Usl trevigiana è Roberto Baccichet. Il primario dell’unità di ginecologia e ostetricia dell’ospedale di Oderzo, 61 anni, originario di Vittorio Veneto, ha presentato le proprie dimissioni volontarie. Dopo oltre 8 anni passati alla guida del reparto, a fine novembre lascerà l’incarico di direttore del reparto opitergino e contemporaneamente terminerà la sua lunga esperienza nella sanità pubblica. Per lui all’orizzonte c’è un nuovo progetto: l’avvio di un nuovo reparto nell’ambito della sanità convenzionata.
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