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PORDENONE - Vent’anni e, tra poco meno di un mese, un’udienza preliminare in cui è chiamato a rispondere di una serie di reati che vanno dalla resistenza al furto e dalle lesioni personali alla rapina. Una posizione delicata, che un’evasione ha ulteriormente complicato per quanto riguarda le conseguenze penali. Bassati Kamagate, nato in Costa d’Avorio nel 2003, è uno dei giovanissimi che lo scorso anno per settimane hanno spadroneggiato nel centro cittadino. Fa parte della banda dei pestaggi e lo scorso settembre era stato sottoposto alla misura cautelare in carcere. Aveva successivamente ottenuto gli arresti domiciliari. Ad accoglierlo in casa era stata la nonna. Era vigilato a distanza grazie al braccialetto elettronico e l’altro giorno, quando nella sala operativa dei carabinieri è scattato l’allarme, i militari sono andati subito a verificare il motivo dell’allerta. Non si trattava di un malfunzionamento del dispositivo. Il giovane è evaso. «È andato via...», ha detto ai carabinieri la nonna allargando le braccia. Il braccialetto non è stato ritrovato. È probabile che se lo sia tolto in un secondo momento.
LE RICERCHE
Non si sa dove il giovane possa aver trovato ospitalità. In città è conosciuto, la sua presenza non passerebbe inosservata.
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IL PROCEDIMENTO
Kamagate si trova nella doppia veste di imputato e vittima. In un procedimento risulta come parte offesa, perché vittima di un pestaggio in via Mazzini, quando finì in ospedale a Udine con un grave trauma cranico. È invece imputato per la rapina in via Mazzini, in concorso con altri amici, quando un ragazzo afghana fu preso a pugni per un pacchetto di sigarette, ferito con un tirapugni e preso a calci (30 giorni di prognosi). Gli è imputata una seconda rapina, sempre in concorso, in piazza Cavour: un paio di auricolari sottratti dopo aver dato un violento ceffone a un giovane immigrato. Gli sono poi contestati furti di lattine di birra alla Pam di corso Garibaldi. Una resistenza ai carabinieri, un furto in via Mazzini e una rapina a un mini market, in concorso con altri componenti della banda, quando il titolare fu colpito con un pugno e minacciato di morte. Il procedimento sarà trattato il 24 aprile nell’udienza preliminare del gup Milena Granata. Alla precedente udienza un difetto di notifica ha costretto il giudice a rinviare il processo, che si è spezzato in più parti. Il filone principale, oltre a Kamagate, riguarda altri quattro imputati.
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Il Gazzettino