Le Università del Veneto: pronti per riaprire ad ottobre Distanziamento e lezioni online

Le Università del Veneto: pronti per riaprire ad ottobre
Premesso che ha un cruccio («Al posto dei centri estivi dovevamo aprire le scuole, magari per il solo mese di giugno»), il governatore del Veneto Luca Zaia esterna in...

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Premesso che ha un cruccio («Al posto dei centri estivi dovevamo aprire le scuole, magari per il solo mese di giugno»), il governatore del Veneto Luca Zaia esterna in diretta televisiva e social il suo auspicio: che anche le Università riprendano ad accogliere al più presto nelle proprie aule gli studenti. Fisicamente. «Per quanto mi riguarda gli atenei potrebbero aprire anche domani mattina», dice il presidente della Regione nel giorno in cui ufficializza le linee guida (anticipate ieri dal Gazzettino) per il ritorno in classe di tutti gli studenti, dalle elementari alle superiori. Ma per gli atenei, le parole di qualche giorno fa del ministro dell'Università e Ricerca, Gaetano Manfredi - in aula alle università ritorneranno «tutti a febbraio» mentre dall'autunno avremo formule miste, con lezioni a distanza possibili per stranieri e fuori sede» - hanno gettato nello sconforto tutti quegli operatori economici, dalle copisterie ai bar, che con gli universitari lavorano. E se mancano gli studenti, per loro si prospetta la chiusura. Tant'è, da ottobre gli atenei veneti - Padova, Venezia, Verona - faranno questo e quello: lezioni online e lezioni in aula. Il problema è che per garantire il distanziamento sociale le aule saranno piene per metà. Come i treni.


LE SCELTE
Il rettore di Padova, Rosario Rizzuto, già a metà maggio aveva annunciato che a ottobre riapriranno tutti i corsi in aula e che il prossimo anno accademico sarà caratterizzato da una duplice modalità: le lezioni in classe e le lezioni online. Idem Ca' Foscari a Venezia: presenza fisica e didattica a distanza. Entrambi gli atenei hanno anche previsto aiuti economici per gli studenti e investimenti: Ca' Foscari 2,9 milioni di euro di contributi per connettività, residenzialità e mobilità; il Bo 13 milioni di euro per aiutare pendolari e fuori sede a sostenere le spese di trasporti e affitti (8,5 milioni), per garantire internet gratis per tutti (3,5 milioni), per l'acquisto di computer per le matricole (1 milione). A ottobre si capirà quanti studenti vorranno partecipare di persona alle lezioni e a quel punto si porrà il problema del distanziamento sociale e, quindi, delle prenotazioni obbligatorie. Di sicuro, nonostante l'appello del governatore, all'università non si tornerà in aula «domani mattina».

LE LINEE GUIDA
Già anticipate ieri dal nostro giornale, ora le Linee guida predisposte dalla Conferenza delle Regioni per la riapertura delle scuole sono diventate ufficiali. Il governatore Zaia le ha presentate e distribuite ieri, confermando però che ancora non c'è il via libera del Governo, soprattutto in merito all'uso delle mascherine: per Roma dovrebbero essere obbligatorie sempre e quindi anche durante le lezioni; per le Regioni, invece, vanno usate durante gli spostamenti e non quando si sta seduti.


A dividere Governo e Regioni - o quanto meno Governo e Regione Veneto - è poi la data di inizio del prossimo anno scolastico. Ieri il ministro all'Istruzione Lucia Azzolina, a Bergamo in occasione del primo giorno degli esami di maturità, ha reso noto le date: «Abbiamo fatto una proposta alle regioni per il 14 settembre se intendiamo riportare tutti gli studenti a scuola. Ma già dal primo settembre tutte le scuole saranno aperte per recuperare tutte le attività di apprendimento per gli studenti». Proposta respinta al mittente da Zaia: «Noi non daremo l'ok finché non ci sarà la data del voto, perché siamo stanchi di essere presi in giro» (e a proposito di elezioni, da registrare la battuta di ieri del governatore: «Non sappiamo se andremo a votare, forse aspetteranno la mia dissoluzione naturale e poi convocheranno le urne»). In realtà sulla data del 14 settembre per l'inizio della scuola non che è ci sia tanta discussione: «Non vedo alternative - ha detto infatti Zaia - a meno che non si percorra l'opzione, che sosterrò, di allestire i seggi elettorali in magazzini, capannoni e palestre». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino