TRIESTE - Quello del propileo (in greco propylon) di San Giusto è un caso unico a Nord di Roma per l’eccezionale livello di conservazione “in...
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Lo ha fatto il Rotary Club Trieste, che ha progettato e finanziato – con la collaborazione della Fondazione benefica Kathleen Foreman Casali – un’articolata opera di restauro alla quale si è affiancata anche la realizzazione di un nuovo percorso di visita all’interno della torre campanaria della cattedrale di San Giusto. In circa 3 mesi, il Rotary Club Trieste ha così riportato il propileo all’antico splendore, per regalare alla città un nuovo tassello di quel patrimonio storico-culturale che ne sta facendo una meta turistica emergente anche per gli amanti dell’arte e della storia. L’idea di concentrarsi su questo restauro ha iniziato a concretizzarsi a fine 2019. In tempi rapidissimi il Rotary ha presentato alla Soprintendenza regionale il progetto. I lavori sono partiti a gennaio 2020 e neppure la pandemia è riuscita ad arrestarli.
I risultati ottenuti sono eccezionali: è stata infatti rimossa una porzione della struttura lignea di un solaio per mettere in luce l’articolato palinsesto archeologico-architettonico della torre, è stato installato un nuovo sistema di illuminazione per valorizzare i profili architettonici, i fregi e le sequenze/sovrapposizioni strutturali del monumento e – particolare non trascurabile che rivela l’attenzione alle ricadute positive in termini di fruibilità – è stato organizzato un percorso di visita che, partendo dall’originario accesso monumentale, raggiunge l’attico del propileo per concludersi alla cella campanaria. È stato anche creato un passaggio “sospeso” su superficie vetrata che consente di “leggere” la struttura architettonica e che evidenzia la presenza del campanile più antico inglobato in quello trecentesco.
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Il Gazzettino