Per l’area dell’ex Umberto I si deve ripartire da zero. Questo in sintesi hanno comunicato i tecnici al sindaco che, preoccupato per l’assenza di notizie sui 5...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
I primi documenti pubblico-privati risalgono al 2010 quando il Consiglio comunale, dopo che la società trentina Dng aveva acquistato i 5 ettari dall’Ulss 12 per 54 milioni di euro, approvò il Piano di recupero di iniziativa pubblica e il 16 luglio il Comune sottoscrisse dal notaio la prima convenzione urbanistica. Il 12 novembre 2013 pubblico e privato avevano firmato un Protocollo d’intesa che prevedeva la cessione gratuita al Comune di verde e degli ex padiglioni storici non demoliti, in cambio di una serie di Varianti urbanistiche che avrebbero consentito a Dng di cambiare il piano che prevedeva troppi nuovi appartamenti che, in seguito agli effetti della crisi immobiliare del 2007 e 2008, rischiavano di restare invenduti. In cambio della cessione al Comune di 1,3 ettari di verde pubblico, degli ex padiglioni Pozzan, De Zottis, Cecchini, dell’ex Casa delle suore, della chiesetta neogotica e dell’ex Direzione sanitaria su via Antonio Da Mestre, Dng ha ottenuto un’edificabilità massima di 63.480 metri quadrati, suddivisi tra 16 mila metri quadrati di commerciale, 8.700 metri quadrati di alberghiero, 38.780 metri quadrati di residenziale, direzionale e attrezzature collettive (dei quali non meno di 2500 metri per edilizia convenzionata). Le Varianti sono state tutte approvate e sono operative, e il 7 marzo 2017 il Comune aveva inviato al notaio la documentazione completa per acquisire gli immobili e il verde ma le banche hanno bloccato l’operazione vantando ipoteche a garanzia dei finanziamenti che avevano concesso a Dng per acquistare l’area. Quindi la nuova convenzione non è stata sottoscritta. E adesso che l’area è stata acquistata all’asta fallimentare per 26 milioni e mezzo di euro dal Gruppo Alì di Francesco Canella, che cosa accadrà? I tecnici dell’Amministrazione Brugnaro hanno stabilito che il Gruppo Alì potrà presentare un nuovo progetto complessivo e che quindi, di conseguenza, le previsioni urbanistiche potranno essere completamente riviste rivedendo le capacità edificatorie, le destinazioni urbanistiche e i relativi standard urbanistici. In definitiva, dunque, si riparte da zero: da un lato il privato, quando sarà pronto, presenterà il suo piano per quei 5 ettari, dall’altro il Comune dovrà rispondere a quelle richieste pretendendo che il progetto risponda anche all’interesse pubblico su un’area così strategica per la città. Così i padiglioni e il verde pubblico promesso dalla precedente proprietà tornano in gioco e, con essi, pure la quantità di posti auto da destinare ad uso pubblico. Tenendo presente che ogni nuova Variante dovrà passare per forza di cose tutta una nuova procedura autorizzativa e il vaglio del Consiglio comunale. Il Gruppo Alì ha vinto l’asta a luglio dell’anno scorso e di strada da fare ce n’è ancora parecchia per arrivare al dunque. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino