«Portatemi in Svizzera e uccidetemi, la mia non è più vita, voglio morire» L'appello del prof di matematica

Renzo Fabbro, professore di matematica di Udine, 60 anni
UDINE - Un grido di dolore, un appello disperato di chi vuole morire. Renzo Ferro, classe '55, residente a Udine, professore di matematica a Cividale, è ricoverato alla...

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UDINE - Un grido di dolore, un appello disperato di chi vuole morire. Renzo Ferro, classe '55, residente a Udine, professore di matematica a Cividale, è ricoverato alla Quiete con la sclerosi multipla.




Il suo ultimo desiderio è poter andare in Svizzera per sottoporsi all'eutanasia. Da qualche giorno ha iniziato lo sciopero della fame.



La diagnosi non perdona. E lei non accetta di vivere così.

«Sono un sostenitore dell'eutanasia, non si può essere costretti a soffrire. So che non è la scelta migliore, ma la mia non è un'idea folle».



Ci è voluto molto tempo per arrivare alla diagnosi di sclerosi multipla?

«Sì. In certi casi è fondamentale una diagnosi precoce. Io ho iniziato a non sentirmi bene nel marzo del 2010, mi sono sottoposto a numerose visite, anche private e a molte terapie, ma nessuno mi aveva diagnosticato la sclerosi multipla».



Lei vuole morire, ma i suoi familiari non sono disposti a condividere questa scelta.

«Ho perso i genitori per tumore, non ho figli e mia moglie non condivide la mia decisione, ma ripeto: non si può vivere così».



Quanto sta soffrendo?

«Sono immobilizzato a letto, muovo solo il braccio destro, ma mi sembra di avere centinaia di chiodi piantati dentro ogni volta che lo muovo. Nessun antidolorifico mi fa effetto, mi sento bruciare dal dolore».



Che cosa chiede?

«Chiedo aiuto a chi potrà darmelo per poter arrivare al confine con la Svizzera, da lì mi posso arrangiare da solo. Ho anche i mezzi economici per poterlo fare».



Le mancano i suoi studenti?

«Sono docente da 32 anni, il lavoro mi manca come l'aria che respiro. Sono andato a scuola fino all'ultimo. Alcuni studenti sono venuti a trovarmi e ho detto loro che sarei tornato presto, ma non sarà così».





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Il Gazzettino