Trenta ore di viaggio: arrivati gli "aiuti" per i profughi ucraini. Padre Octavian: «Siete i primi, grazie Italia»

MESTRE - Più di trenta ore di viaggio: un percorso lungo tra neve, qualche difficoltà alle frontiere e la stanchezza che negli ultimi chilometri si...

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MESTRE - Più di trenta ore di viaggio: un percorso lungo tra neve, qualche difficoltà alle frontiere e la stanchezza che negli ultimi chilometri si è fatta sentire. Ma alla fine ce l'hanno fatta a raggiungere Chisinau, la capitale della Moldavia meta di arrivo delle due tonnellate di medicinali, abiti, cibo e coperte che i volontari del Gruppo di lavoro di via Piave di Mestre hanno raccolto per i profughi fuggiti dall'Ucraina e accolti in una parrocchia ortodossa moldava. Attualmente sono 700 i profughi ucraini ospitati nei monasteri e nelle parrocchie moldave, quasi tutti donne e bambini.

IL LUNGO VIAGGIO

Un viaggio lungo 1800 chilometri, quello affrontato dai volontari mestrini, iniziato dal Negozio Piave 74, sede dell'associazione, martedì 1 marzo alle 21.30 e concluso, sotto una neve battente, alle 3.30 di oggi, 3 marzo, quando la montagna di prodotti di prima necessità è giunta a destinazione. Il furgone pieno zeppo ha attraversato la Slovenia, l'Ungheria passando vicino a Budapest, la Romania transitando per la Transilvania fino all'ingresso in Moldavia all'una e 20 di questa notte.

Alla guida Fabrizio Preo, tra gli animatori del Gruppo di lavoro di via Piave, Gabriele Tiveron Ludmila Pasa, moldava da anni residente nel Veneziano, che ha fatto da ponte tra quello che succede nei paesi vicini alla guerra e Mestre. Fondamentale il suo ruolo alla frontiera moldava quando sono sorti alcuni problemi nel fare entrare il convoglio umanitario. Il mezzo carico di merce è stato infatti pesato e scannarizzato e grazie alla conoscenza della lingua e alla diplomazia di Ludmilla, i volontari sono riusciti a superare le difficoltà iniziali e a proseguire il viaggio.

ARRIVO SOTTO LA NEVE

Ora sono nella parrocchia ortodossa di Chisinau ed hanno scaricato scatoloni e sacchi che i volontari mestrini avevano ordinatamente confezionato e caricato nel grande furgone. Giusto il tempo di riposarsi qualche ora e  domani mattina, 4 marzo, rientreranno alla base a Mestre. La raccolta delle due tonnellate di generi umanitari è nata spontanea ed hanno collaborato in tantissimi da Venezia, dal Veneto, ma anche da fuori regione. Era bastato l'appello lanciato dal Gruppo di lavoro di via Piave alla manifestazione di sabato scorso contro la guerra in Ucraina in centro a Mestre, perché una folla collaborasse per aiutare i profughi. Così tanta generosità che in poche ore si sono raccolte due tonnellate di materiale ora a disposizione dei rifugiati, per la maggior parte mamme e bimbi, fuggiti alla guerra e accolti in Moldavia.

LA DESTINAZIONE

«Ad accogliere gli aiuti umanitari partiti da Mestre è stato Padre Octavian che è il responsabile di una associazione moldava che corrisponde alla nostra Caritas - spiega Fabrizio Preo da Chinisau - al momento stanno accogliendo 700 profughi distribuiti in parrocchie e monasteri: ci sono pochi uomini, ma tante donne e bambini che tentano di raggiungere altri paesi, specie Germania e Italia. Ne prevedono molti di più. Il governo Moldavo è in ritardo rispetto alla chiesa ortodossa. Abbiamo consegnato i nostri pacchi presso l'università teologica nella capitale dove il "pope" è anche docente ed è la sede di '"Asociatia Caritas." Siamo stati i primi ad arrivare e Padre Octavian ringrazia l'Italia. Scriverà un articolo di ringraziamento da diffondere ai giornali italiani».

 

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Il Gazzettino