Ucciso dall'amante, dai carabinieri un grazie ai rom: «Aiuto decisivo»

Ucciso dall'amante, dai carabinieri un grazie ai rom: «Aiuto decisivo»
TREVISO - L'aiuto della comunità Rom di borgo Capriolo è stato fondamentale per risolvere nel giro di poche ore il giallo dell'omicidio di Vito Lombardi, il 46enne...

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TREVISO - L'aiuto della comunità Rom di borgo Capriolo è stato fondamentale per risolvere nel giro di poche ore il giallo dell'omicidio di Vito Lombardi, il 46enne rinvenuto morto nelle campagne di Fontane con una profonda ferita alla testa.




I carabinieri del Nucleo investigativo di Treviso hanno trovato testimoni molto collaborativi e raccolto indizi fondamentali per arrivare ai presunti colpevoli: la convivente Vania Lazzarato di 42 anni e suo marito Amedo Bonan di 53.



«I rom hanno dimostrato un alto senso civico» dicono gli investigatori. Anche per questo le indagini sono state molto veloci. Determinante si è rivelato il racconto di quanto era accaduto martedì sera. I vicini di casa hanno riferito ai carabinieri di aver notato Vito, Vania e Amedeo andare via in bicicletta e poi di aver visto rientrare solo Vania e Amedeo nel cuore della notte.







Da quel momento in poi di Vito si sono perse le tracce. I tempi coincidevano con il presunto orario dell'omicidio. Sempre sentendo i vicini, i carabinieri hanno ricostruito anche la strana vita del terzetto: Vania che lascia Amedeo per Vito e va a vivere a casa sua portandosi dietro le tre figlie. Ma nella stessa casa, spesso e volentieri, si presenta anche il marito rimanendoci a dormire. Un triangolo confuso, con liti pressochè quotidiane. In questo contesto è però maturato l'omicidio.



Vania e Amedeo hanno ammesso di aver voluto solo dare una «lezione» a Vito, definito collerico e scansafatiche. Amedeo lo accusava di non fare nulla per mantenere la famiglia e di non aver alcun diritto di stare nella casa con le sue figlie. E ogni volta volavano insulti e minacce. Da qui la decisione di punirlo a suon di botte, ma non di ammazzarlo. Cosa che invece è avvenuta. Quando i militari hanno iniziato a interrogare Vania e Amedeo sapevano già dove volevano arrivare, le informazioni raccolte erano dettagliatissime. E i due, dopo una notte in caserma, hanno confessato.



Le indagini adesso continuano. I vestiti indossati al momento dell'omicidio, quelli di Amedeo sono stati trovati nella casa di borgo Capriolo ancora bagnati, le biciclette e il mattarello portato sul luogo del delitto, sono stati spediti al Ris di Parma. Si vuole fugare ogni minimo dubbio sull'eventuale presenza di una terza persona, ipotesi che però non trova riscontri investigativi. Pare invece confermato che Vania volesse lasciare Vito per andare a vivere non con Amedeo, ma con un altro uomo residente nella Pedemontana. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino