VILLORBA - «Volevamo solo dagli una lezione, non ucciderlo». È durato lo spazio di una notte il giallo sulla morte di Vito Lombardi, il 46enne trovato venerdì pomeriggio con la testa fracassata, e varie ferite sul corpo, in una canaletta irrigua di Fontane di Villorba, alle porte di Treviso.
I due sospettati, la convivente Vania Lazzarato di 42 anni e il marito Amedeo Bonan, non hanno retto alla pressione.
Già in serata erano stati prelevati dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Treviso, assieme alla figlia 20enne, e portati in caserma per un primo interrogatorio. E hanno ceduto: «È un peso troppo grande da sopportare», sono state le prime parole. Vania e Amedeo hanno ammesso le loro responsabilità anche davanti al pm Valeria Sanzari, che ha firmato il provvedimento di fermo e custodia cautelare in carcere per omicidio volontario. Ma hanno anche descritto una situazione familiare a dir poco disastrosa. I due sono separati da tempo, anche se non ufficialmente divorziati. Lei, da almeno tre anni, vive assieme alle tre figlie con Lombardi in un appartamento Ater di Borgo Capriolo, via del quartiere di Santa Bona dove risiede una numerosa comunità Rom. Ma non ha mai interrotto i rapporti con il marito, dando vita a uno strano menage familiare. Amedeo ufficialmente ha una sua abitazione, ma spesso e volentieri va a casa di Vito e Vania e si ferma a dormire lì. Nessuno dei tre ha un lavoro fisso