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TREVISO - Allerta nei cieli della Marca. L’aereo Ryanair partito ieri pomeriggio dall’aeroporto di Treviso e diretto a Malaga ha centrato un volatile nella fase di decollo. A quanto pare un gabbiano finito proprio contro uno dei motori. Il comandante ha subito dichiarato l’emergenza e fatto marcia indietro, tornando al Canova. Troppo alto il rischio di danni all’aereo per poter continuare normalmente il volo verso la Spagna. Il rientro è stato seguito passo passo dai vigili del fuoco del distaccamento aeroportuale. Nessuno si è fatto male. Stando alla prima ricognizione, poi, non sono emersi particolari problemi sul velivolo. Fatto sta che per sicurezza l’aereo in questione è stato tenuto fermo al Canova. Ryanair ne ha inviato a Treviso un altro, arrivato in serata, con il quale i passeggeri hanno potuto ripartire alla volta di Malaga.
PAURA
Quel che è certo è che le persone che erano a bordo del primo volo hanno vissuto 20 minuti di tensione.
LE PROCEDURE
Non è la prima volta che si registra uno scontro tra un aereo decollato dall’aeroporto di Treviso e un volatile. Ma gli immediati rientri al Canova sono rari. Dipende dalla valutazione del rischio di danni all’aereo a causa all’impatto. Nell’ultima relazione pubblicata da Enac sugli impatti tra gli aerei e i volatiti (birdstrike), così come il resto della fauna selvatica, l’indice di rischio del Canova viene definito stabile. Oltre ai singoli dati dell’aeroporto, l’ente nazionale per l’aviazione civile sottolinea che in media il 2,9% degli impatti tra aerei e animali selvatici arriva ad avere effetti sul volo. E in poco più del 3% dei casi si registrano danni agli aerei. Ma l’aeroporto di Treviso è incastonato nel Parco del Sile. Qui il fenomeno è più intenso. Dopo i 15 mesi di chiusura forzata a causa dell’emergenza Covid (fino all’inizio di giugno del 2021) gli uccelli censiti nei 120 ettari dello scalo erano aumentati del 55%. Da 92.300 a più di 143.400. Nei sei mesi di attività del 2021, con 13.886 movimenti, tra decolli e atterraggi, si sono verificati 15 impatti tra aerei e uccelli, come rondini, gabbiani, poiane, gheppi e aironi guardabuoi. Non proprio pochi se si pensa che in tutto il 2019, con oltre 10.200 voli in più, ci si era fermati a 19. Ecco perché sono fondamentali gli interventi per ridurre il numero di uccelli presenti nell’area della pista. Al Canova è attiva una Bird Control Unit. Per allontanare gli uccelli vengono usati due sistemi di distress-call, veicolare e portatile. In sostanza attraverso un megafono viene riprodotto il verso dei volatili in situazione di pericolo. E questo spinge gli uccelli a cambiare aria. Ci sono poi i laser e un cannone a gas controllato da remoto. L’unità, infine, può contare anche su falchi da basso e alto volo. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino