Traffico illegale di uccelli da richiamo, sequestri e denunce anche in Friuli VG

Traffico illegale di uccelli da richiamo in Friuli VG
TRIESTE - Dovranno rispondere di furto aggravato ai danni dello Stato, ricettazione, alterazione di sigilli di Stato, uccellagione e detenzione illegale ai fini commerciali...

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TRIESTE - Dovranno rispondere di furto aggravato ai danni dello Stato, ricettazione, alterazione di sigilli di Stato, uccellagione e detenzione illegale ai fini commerciali di fauna selvatica le sei persone denunciate al termine di un'operazione dei Carabinieri forestali contro il traffico illecito di uccelli da richiamo. Le indagini sono durate dieci mesi e si sono sviluppate tra Marche, Emilia-Romagna e Friuli Venezia Giulia.

Tra le persone coinvolte ci sono allevatori e commercianti di uccelli utilizzati quali richiamo per l'attività venatoria. Secondo l'ipotesi accusatoria della Procura di Urbino, che coordina le indagini, i volatili venivano catturati in natura durante il periodo della migrazione per poi essere «regolarizzati» con apposizione di anelli alterati o infilati forzatamente nelle zampe cagionando lesioni. In totale sono stati sequestrati 505 esemplari da richiamo di provenienza illegale. Il presunto traffico rendeva agli indagati svariate migliaia di euro. Dalle indagini è infatti emerso che nel periodo della migrazione, in una nottata, i bracconieri potevano catturare con reti e richiami elettronici decine di uccelli che venivano poi rivenduti ai cacciatori - una volta «legalizzati» con anelli apposti in maniera fraudolenta - a prezzi ragguardevoli; essi, a seconda della tipologia di richiamo, potevano arrivare a 180 euro per i merli, a 200 euro per i tordi bottacci e a un prezzo ancora più elevato per le cesene

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Il Gazzettino