Hotel a 5 stelle, turisti russi addio: persi 40 milioni di euro. L'allarme di Federalberghi

IL COMPARTO TERMALE Una veduta area dell’area di Abano e Montegrotto.
ABANO/MONTEGROTTO - «Turisti russi, addio». O, nella migliore delle ipotesi, «arrivederci», ma non certo a presto. Dopo il flagello del Covid, che ancora...

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ABANO/MONTEGROTTO - «Turisti russi, addio». O, nella migliore delle ipotesi, «arrivederci», ma non certo a presto. Dopo il flagello del Covid, che ancora lascia segni pesanti sull’economia delle Terme, il conflitto russo-ucraino, getta gli imprenditori di Abano e Montegrotto nell’incubo. E non solo perché non arriveranno, se non con il contagocce, le presenze da Mosca e dintorni negli hotel termali. Ma soprattutto perché la clientela russa, diventata nel giro di pochi anni la quinta in ordine di importanza nel panorama alberghiero termale, rischia di andare praticamente in estinzione. 


LA CATEGORIA
Il presidente di Federarlberghi Emanuele Boaretto ne è convinto. «Il lato più dannoso della vicenda – sottolinea – è il fatto che quella russa costituiva la clientela ormai “forte” nelle strutture di lusso. Gli alberghi con quattro e cinque stelle patiranno questa crisi immediatamente. Ancora è difficile in questo momento, peraltro drammatico, fare delle previsioni. Ma di sicuro andremo a perdere almeno il 10% del fatturato annuo. Se la guerra ristagnerà, queste presenze non le vedremo più forse per un intero decennio». 


I DATI
Dati alla mano, nel quadro economico dell’ultimo anno pre Covid il segmento di clientela russo si traduceva a livello regionale in 918mila presenze, costituendo in percentuale l’1,3% dell’intero flusso turistico veneto. Nonostante la destinazione principale fosse nelle città d’arte, la “ricaduta” nelle Terme era notevole.
«Nell’anno che ha preceduto la pandemia – ha sottolineato il Direttore di Federalberghi, Marco Gottardo - i turisti russi hanno fatto rilevare circa 120mila presenze, moltissime delle quali in strutture a 4 e 5 stelle. Fatti due conti, la perdita che si ravvisa sarà a 25 e 30 milioni di euro».
Il fenomeno è ancora tutto da circoscrivere. Ma già alcuni operatori vedono “nero”. Anche per le conseguenze che l’assenza dei russi determinerà nell’indotto alberghiero, dalla possibile scomparsa di una clientela “high spender”. «Non vorrei – ironizza Giancarlo Pastorello, titolare di strutture alberghiere di richiamo per la clientela straniera, come il Tergesteo di Montegrotto – che dopo aver visto assottigliarsi negli anni le presenze tedesche, fossimo costretti a dare l’addio, per colpa della guerra, a quelli russi».


I SINDACI
Gli amministratori cittadini, invece, vedono in modo meno drammatico le conseguenze del conflitto russo-ucraino sull’economia degli alberghi. «Il flusso turistico russo - evidenza il sindaco di Montegrotto, Riccardo Mortandello - si è dimostrato ultimamente in calo, soprattutto per il mancato riconoscimento del vaccino “Sputnic”. E’ vero che la clientela in arrivo da Mosca è fortemente appetibile per la propria capacità di spesa, ma è altrettanto vero che si tratta di una clientela piuttosto “infedele”, più propensa ad emigrare nelle lussuose realtà del Medio Oriente. Sarà quindi il caso di ritornare ad investire nei flussi turistici più congeniali alle Terme Euganee, come quelli tedeschi, austriaci e francesi». 
E gli italiani? Per tanti altri imprenditori alberghieri, come Laura Turlon, titolare del Quisisana di Abano il problema numero uno resta ancora il Covid. 
«Temiamo anche quest’anno – ha sottolineato – le conseguenze sul mercato nazionale della lunga pandemia. Le prenotazioni in un simile clima di incertezza arriveranno con parecchia difficoltà». Ma secondo Federalberghi, ovviamente, oltre alla scomparsa dei russi si teme che l’evento bellico possa avere una ricaduta anche sugli utenti nazionali che costituiscono il 60% delle presenze alle terme. 


«In situazioni come queste – chiarisce ancora Marco Gottardo – la clientela italiana si pone in situazione di “difesa”. E questa non è una bella notizia per il proseguo della stazione». Non lo è al punto che il presidente degli imprenditori termali, invita gli imprenditori a reazioni forti, quasi al limite della legalità: «A questo punto ed in una situazione del genere – sottolinea – giustificherei a pieno titolo gli albergatori che si rifiutassero di pagare tasse e tributi. Dopo il Covid rischiamo di uscire prostrati anche dalle conseguenze della guerra».

 

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Il Gazzettino