«Un calo di 3 milioni di presenze turistiche in Veneto a causa del coronavirus? Mi sembrano cifre azzardate, dovrebbero spiegare come le hanno calcolate». Ottimista? O...
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LE CIFRE
I dati che l'assessore regionale veneto contesta sono quelli dell'Istituto Demoskopika secondo cui nel 2020 l'emergenza coronavirus potrebbe generare un segno negativo per l'incoming turistico italiano, con una contrazione della spesa turistica di ben 4,5 miliardi (alloggio, pasti, intrattenimenti, souvenir, regali, etc), pari a circa il 5% del prodotto interno lordo del settore. Il 70% di questa, pari a 3,2 miliardi di euro, sarebbe concentrata in quattro sistemi turistici regionali: Veneto, Toscana, Lazio e Lombardia. Proprio il Veneto indosserebbe la maglia nera con un calo possibile di 971 mila arrivi, di oltre 3 milioni di presenze e, infine, con una contrazione della spesa turistica pari a circa 955 milioni di euro rispetto all'anno di riferimento individuato.
Numeri sui quali Caner pone un interrogativo: «Come sono stati calcolati? Non sarà che siccome il Veneto è la prima regione turistica italiana si è preso il dato complessivo e si è fatto un taglio lineare? Di sicuro i 3 milioni di presenze turistiche in meno non possono essere solo cinesi dal momento che nel 2018, ma il dato è confermato anche per il 2019, i visitatori provenienti dalla Cina sono stati 1.027.000 su un totale di 70 milioni». Certo, la preoccupazione c'è. «È un problema mondiale, stiamo assistendo a un blocco generalizzato dei trasferimenti a causa del nuovo virus. Non è che i turisti cambino meta, proprio non partono - dice Caner - È come quando capita un terremoto a Los Angeles e gli italiani non vanno neanche più a New York».
LA PROPOSTA
Ricette? «Io - dice Caner - resto convinto che il calo si avverta nell'immediato, ma che in prospettiva la situazione si sistemi. Nella peggiore nelle ipotesi, con 70 milioni di turisti all'anno potremmo anche permetterci di averne 3 in meno, ma, ripeto, resto convinto che la situazione rientrerà». Qualche intervento, però, per l'assessore veneto potrebbe essere fatto. «Se servirebbero stanziamenti statali? Certo, ma mi metto dalla parte del Governo: invece di darli alle Regioni, li destini all'Enit, l'Agenzia nazionale italiana del turismo, per una campagna informativa internazionale sul sistema Paese, per spiegare che da noi i controlli ci sono (e se mettessero in quarantena anche gli studenti di ritorno dalla Cina sarebbe meglio) e che la situazione sanitaria è tranquilla». «Ma - aggiunge Caner - evitiamo la psicosi e soprattutto certi atteggiamenti nei confronti dei cinesi: dobbiamo riprendere i rapporti sia per il turismo che per l'export».
LAGUNA
L'esponente della giunta Zaia si dice semmai più preoccupato per Venezia, dove gli effetti dell'acqua alta del novembre 2019 continuano a farsi sentire. «Le immagini dello scorso novembre hanno fatto il giro del mondo, rilanciate in ogni dove dai turisti. Stiamo cercando di far capire che la città è tornata alla normalità praticamente subito». E a questo proposito Caner avanza un suggerimento al Comune: far slittare il contributo di sbarco da 3 euro a testa prevista dal prossimo luglio. «Visto il calo effettivo di visitatori, forse sarebbe il caso di sospenderla».
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Il Gazzettino