PORDENONE - «Perdendo i mesi di marzo, aprile e maggio è come se ormai quest’anno sia andato interamente in fumo. È questo infatti il periodo nel quale...
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BOTTA TREMENDA
È come se la fine del lockdown per il comparto turistico quasi non valesse. La pandemia rischia di spazzare via attività che hanno perso e continuano a perdere incassi e fatturato. Per le agenzie turistiche – solo in parte stanno continuando a operare in smart working, in un mondo quasi congelato dall’emergenza Covid-19 – il colpo da assorbire sarà tremendo. «Con giugno – osserva Ruppolo - il riavvio di alcuni voli commerciali e per lavoro forse riattiverà un sistema che si è completamente fermato. Ma prima che si torni ai voli turistici credo che ce ne passera di tempo. E intanto? Non si sono fatti incassi e non ce ne saranno nei prossimi mesi. Ci stiamo rimettendo un anno di lavoro. Lavoriamo solo per i rimborsi dei viaggi persi. Mentre dobbiamo continuare a pagare affitti, spese e soprattutto i noleggi dei programmi informatici delle compagnie aeree che, nonostante il blocco totale, ci vengono richiesti. Perciò – avverte il piccolo imprenditore che rappresenta gli operatori turistici – se non arriverà la liquidità promessa a fondo perduto molti operatori salteranno. Anche quelli che dovevano essere i mini-prestiti si stanno dimostrando lunghi e farraginosi da ottenere». Da fine febbraio ormai le agenzie stanno operando in modalità online soltanto per tenere i contatti e consentire, se a giugno ci saranno voli, il rientro dei diversi clienti del territorio che la pandemia ha bloccato in alcuni Paesi come Thailandia, Santo Domingo, Canarie, Brasile, Argentina e Birmania. «Stiamo facendo un po’ la “protezione civile” dei turisti bloccati all’estero. Ruolo che però nessuno ci riconosce. L’auspicio è che ci siano interventi urgenti di salvataggio, altrimenti il comparto ne soffrirà tantissimo».
IL TERRITORIO REAGISCE
E per cominciare a ragionare sul rilancio del turismo locale è previsto per venerdì un tavolo di concertazione tra il Comune di Pordenone e Promoturismo Fvg. Si punta anche a un’alleanza con le imprese che guarda a un patto di rilancio del territorio. Che potrebbe ripartire dall’itinerario naturalistico denominato Cammino di San Cristoforo, che riguarda in particolare la pedemontana e la montagna pordenonese. «Considerato il nuovo scenario e gli obblighi sanitari con cui dovremo fare i conti – sottolinea l’assessore comunale Gugliemina Cucci – va ripensato un modello turistico più attento alla persona, che valorizzi di più l’ambiente e la sua fruizione. Servono anche nuovi modelli di marketing territoriale che trasmettano il messaggio che i nostri territori sono ideali per vacanze sicure e salutari. In quest’ottica il Cammino di San Cristoforo assume un’importanza cruciale». L’iniziativa ha già trovato un alleato nel Consorzio industriale Nip proprio all’insegna di una sviluppo territoriale che passi anche da un “turismo slow” Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino