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TREVISO - Il sorriso. Grande, contagioso. La passione per la montagna e per le camminate. L’amore sconfinato per il marito, l’avvocato Matteo Ruberti, e per il piccolo Francesco. Cosa lascia dietro di sé una donna quando viene tolta improvvisamente alla sua vita? Dolore. Ma, insieme, memoria. Lascia un sentimento di nostalgia ma insieme di orgoglio in chi ha condiviso un pezzo di strada con lei. Marzia De Zotti, 45 anni e i suoi grandi occhi, quell’espressione felice da fanciulla. Le sue tavolate, l’amore per il teatro. E l’impegno serio di professionista. Tutto spazzato via in pochi mesi da una diagnosi che lascia poco spazio alle speranze.
IL CALVARIO
Qualche problema a fine anno, poi il consulto medico: un tumore ha attaccato il cervello. Inizia una via crucis fatta di visite, speranze. Ma poi tutto riporta lì: alla necessità di un’operazione. Si sceglie Udine. Marzia affronta la prova con coraggio, ma non si sveglierà più. Seguono due giorni di altalena tra miglioramenti e ricadute. Si interviene una seconda volta. Ma il cerchio della sua vita a 45 anni si chiude. Oggi nelle voci di chi le ha voluto bene c’è solo sgomento. «Era certa di superare questa difficile prova –confidano Anna e Denise, le amiche più care–. Aveva affrontato tutto con coraggio, aveva voluto condividere con il marito e il figlio anche questo difficile cammino. Era ottimista di natura e aveva affrontato la malattia con spirito solare e il supporto di Matteo». Quest’anno avrebbero festeggiato i 10 anni di matrimonio, 7 ne ha Francesco.
IL RICORDO
«Era un inno alla gioia, tutti i pranzi di classe si tenevano a casa sua a Conegliano. Amava la vita, il cibo, l’amicizia, era una donna con una solidissima rete di amicizie. Una persona integra» ricordano ancora le ragazze. Nata a Conegliano nel 1977, studi al liceo linguistico, Marzia si era laureata in giurisprudenza a Trieste. Era poi tornata a Treviso, dove aveva incontrato Matteo Ruberti. Prima aveva lavorato per alcuni anni nella libera professione, poi era entrata nell’ufficio legale del gruppo Oviesse. «Aveva una grande struttura di valori, era una persona onesta e integra –spiega Denise–. Grazie al grande rigore nel lavoro e nella vita aveva la capacità di far convergere attorno a sé molte persone». Marzia e Matteo vivevano a Treviso, ma spesso tornavano a Vascon, nella villa veneta di proprietà dei Ruberti.
I FUNERALI
L’ultimo saluto sarà domani alle 11 nella chiesa di Santa Lucia a Vascon di Carbonera. Matteo e i genitori della 45enne, Paolo e Dolores, hanno scelto una frase di Sant’Agostino per ricordarla: “Non ti chiediamo perché ce l’hai tolta, ma ti ringraziamo per il tempo che ce l’hai donata”.
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