PADOVA - Un frammento di fegato da donatore vivente, appena il 20%, per restituire una speranza a un uomo inoperabile, affetto da metastasi epatiche da tumore del colon. A...
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«Ma soprattutto - sottolinea Cillo - si tratta di una strategia che apre la strada a risorse di donazione aggiuntive per chi è in attesa di trapianti, caratterizzata da un bassissimo rischio di complicanze per i donatori, considerato che abbiamo usato solo il 20% del fegato. Inoltre dà una speranza ai pazienti con metastasi inoperabili da cancro al colon-retto». Il paziente in questi giorni è ritornato a casa e ha ripreso la sua attività.
L'uomo era «inoperabile per il numero di metastasi che interessavano tutti i segmenti del fegato», precisa l'esperto. L'intervento chirurgico si è svolto in due tempi: sono occorsi al frammento donato 15 giorni per raggiungere un volume tale da sostenere la vita, così nel secondo intervento - eseguito 2 giorni dopo - il fegato metastatico del paziente è stato rimosso per la prima volta con tecnica mini-invasiva in videolaparoscopia.
Il folto team di esperti (chirurghi, anestesisti, tecnici della perfusione, strumentisti, infermieri e operatori di sala operatoria, oltre 20 persone specializzate) ha eseguito il delicatissimo intervento chirurgico combinando le 3 tecniche chirurgiche di alta specializzazione: l'asportazione di metà del fegato affetto da metastasi; il trapianto in posizione ausiliaria della porzione di fegato donato (a fianco del fegato malato); l'asportazione in videolaparoscopia del fegato malato residuo dopo aver ottenuto una rigenerazione fino ad oltre il doppio del volume della porzione del fegato donato. «Fino ad oggi il trapianto da vivente veniva eseguito utilizzando circa il 70% della massa epatica del donatore - evidenzia Cillo - con un significativo aumento del rischio» per quest'ultimo.
Il Gazzettino