MESTRE Il nome c'era già, addirittura dalla prima truffa messa a segno la scorsa settimana, anche se nessuno avrebbe mai potuto immaginare che fosse quello vero....
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COLPI A RAFFICA
Si presentava come ingegnere con nome e cognome uguale per tutti, vestito sportivo ma elegante, con pantaloni corti bianchi, camicia fuori dalla cintura, occhialini e un taglio di capelli moderno ed impeccabile. Gentile e affabile, esprimendosi con una cadenza dialettale troppo vera per non essere autentica, e in tanti gli hanno dato negli ultimi giorni 10, 20, perfino 50 euro per fare quel pieno all'auto che consentisse di andare a recuperare le chiavi di casa. «Mi sono voluto togliere lo sfizio di verificare davvero chi fosse - racconta uno dei tanti truffati nel quadrilatero tra via Cappuccina, piazza Barche, Piraghetto e rione Piave - In Facebook c'era un profilo con quel nome, ed ho trovato tantissime sue foto. E non ho avuto più dubbi». Immagini che sono state fatte girare anche ad almeno cinque degli altri truffati, i quali lo hanno riconosciuto all'istante.
Tra loro anche un barista del centro che, dopo essere stato fermato in strada con la solita scusa delle chiavi perse, l'altra mattina se lo è visto entrare alle 5 e mezza di mattina nel bar appena aperto: «Lui non si ricordava di me, ma io di lui certamente sì. Gli ho detto che ormai lo avevamo scoperto, e che stavo per chiamare i carabinieri che erano da quelle parti. Se l'è data a gambe, ed ora speriamo che non faccia altri danni. Certo che, per dare il suo vero nome, non deve essere tutto in bolla...». Di certo, dai suoi post, ama le auto costose e gli orologi. Con qualche altra truffa potrebbe perfino pensare di prenderli a rate. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino