Mestre. Truffatore seriale: ha un nome e perfino un profilo social

Sabato 4 Luglio 2020 di Fulvio Fenzo
Mestre. Truffatore seriale: ha un nome e perfino un profilo social
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MESTRE Il nome c'era già, addirittura dalla prima truffa messa a segno la scorsa settimana, anche se nessuno avrebbe mai potuto immaginare che fosse quello vero. Però, chi se l'era legata al dito per la rabbia di essere stato abbindolato da quel falso ingegnere vicino di casa capace di convincere chiunque di dargli de soldi per fare il pieno ed andare ad Asolo a recuperare le chiavi di casa da cui era rimasto chiuso fuori, ha iniziato ha smanettare in Facebook per controllare se quell'ingegnere esisteva davvero. E, sorpresa, ha così scoperto che il truffatore avrebbe una pagina Facebook con tanto di fotografie inequivocabili. Ma, per essere sicuri al cento per cento, le vittime del vicino di casa che negli ultimi giorni ha battuto mezza Mestre, si sono scambiati le foto salvate dal profilo Fb. E tutti, ma proprio tutti, lo avrebbero riconosciuto.

COLPI A RAFFICA
Si presentava come ingegnere con nome e cognome uguale per tutti, vestito sportivo ma elegante, con pantaloni corti bianchi, camicia fuori dalla cintura, occhialini e un taglio di capelli moderno ed impeccabile. Gentile e affabile, esprimendosi con una cadenza dialettale troppo vera per non essere autentica, e in tanti gli hanno dato negli ultimi giorni 10, 20, perfino 50 euro per fare quel pieno all'auto che consentisse di andare a recuperare le chiavi di casa. «Mi sono voluto togliere lo sfizio di verificare davvero chi fosse - racconta uno dei tanti truffati nel quadrilatero tra via Cappuccina, piazza Barche, Piraghetto e rione Piave - In Facebook c'era un profilo con quel nome, ed ho trovato tantissime sue foto. E non ho avuto più dubbi». Immagini che sono state fatte girare anche ad almeno cinque degli altri truffati, i quali lo hanno riconosciuto all'istante.

Tra loro anche un barista del centro che, dopo essere stato fermato in strada con la solita scusa delle chiavi perse, l'altra mattina se lo è visto entrare alle 5 e mezza di mattina nel bar appena aperto: «Lui non si ricordava di me, ma io di lui certamente sì. Gli ho detto che ormai lo avevamo scoperto, e che stavo per chiamare i carabinieri che erano da quelle parti. Se l'è data a gambe, ed ora speriamo che non faccia altri danni. Certo che, per dare il suo vero nome, non deve essere tutto in bolla...». Di certo, dai suoi post, ama le auto costose e gli orologi. Con qualche altra truffa potrebbe perfino pensare di prenderli a rate.
Ultimo aggiornamento: 11:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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