MONTEBELLUNA (TREVISO) - Se lo strano caso dell'azionista derubato ma non impoverito fosse un film, comincerebbe con un flashback. È la mattina di sabato 19 dicembre...
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Passano esattamente due anni e Haralambie è di nuovo in scena. Solo che non siamo al cinema, questa è la cronaca di una protesta, che va avanti giorno e notte dalla vigilia di Natale in centro a Montebelluna. È qui che la Peugeot grigia del 59enne giace di traverso all'ingresso della storica sede, su cui ora campeggia l'insegna di Banca Intesa. Haralambie glissa sugli importi, in parte accreditati sul conto corrente ed in parte trasferiti in patria. L'avvocato Andrea Arman, presidente del Coordinamento Don Torta, si schiera al suo fianco: «Ho letto che Marin ha dichiarato di aver ottenuto dall'assicurazione 600.000 euro, ma questo non cambia nulla. Un furto è sempre un furto, indipendentemente dal fatto che la vittima sia un ricco o un povero. Tutto il resto è demagogia». Per il sindaco Marzio Favero, invece, c'è una netta differenza: «Se quello che leggo corrispondesse al vero, si porrebbe un grande interrogativo di coscienza, nel supportare una protesta tanto eclatante»...
Il Gazzettino