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PORDENONE - Quattro anni di reclusione e la confisca della casa a Sappada, borgata Mulbach, era stata la richiesta del procuratore Raffaele Tito per l'informatico della Venice Investment Group. E tanto la Procura ha ottenuto: quattro anni, 8mila euro di multa, cinque anni di interdizione dai pubblici uffici e la confisca dell'immobile è stata la conclusione a cui è giunto il collegio presieduto da Lanfranco Maria Tenaglia, a latere Francesco Tonon e Milena Granata. Così si è chiuso il processo di primo grado per Massimo Minighin, 46 anni, di Fossalta di Portogruaro, indicato come l'autore del sito in cui i risparmiatori che si erano affidati al portogruarese Fabio Gaiatto erano convinti di monitorare i loro guadagni. Per realizzarlo avrebbe ottenuto un compenso di 600mila euro, peccato che sul sito internet figurassero soltanto ricavi inventati. Secondo la Procura, la casa in montagna sarebbe stata acquistata con parte del denaro dei truffati e per questo verrà confiscata. A Minighin, difeso dall'avvocato Cristiano Leone e processato con rito abbreviato condizionato a una perizia, il collegio ha riconosciuto il reato di associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata e l'abusivismo finanziario limitatamente al periodo che va dal 23 settembre 2016 al 31 maggio 2018. È stato assolto, per non aver commesso il fatto, per i primi mesi del 2016 e il 22 settembre 2016.
LE PARTI CIVILI
I patteggiamenti dei coimputati avevano spazzato via la possibilità di un ristoro adeguato per le 726 vittime che hanno dovuto spartirsi poche migliaia di euro finendo per ottenere un ristoro beffa di 230 euro ciascuno.
GLI ENTI
Definite anche le somme per gli enti. Al Comune di Portogruaro, costituito con l'avvocato Serenalla Giacomel, è stata concessa una provvisionale di 50mila euro per il danno d'immagine. Ristorati anche il Codacons rappresentato dall'avvocato Daniela Magaraci (mille euro), la Federconsumatori di Pordenone, costituita con l'avvocato Roberto Cescutti (mille euro), infine la Banca d'Italia (5mila euro).
LA DIFESA
«Farò appello» sono le uniche parole pronunciate dall'avvocato Leone al termine della lettura del dispositivo della sentenza. Il legale aveva ridimensionato la figura dell'informatico che si spacciava per ingegnere e aveva insistito sul fatto che fosse lui ad aggiornare il sito. Lo aveva rappresentato come un'altra delle vittime di Gaiatto, ignara che dietro la Venice Investment Group si nascondesse la colossale truffa finanziaria che ha messo in ginocchio tanti risparmiatori veneti e friulani.
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Il Gazzettino