Truffa di "Ok auto": sequestro di beni per tre milioni di euro ad Alberto Vallese

"Ok auto" di Chioggia
CHIOGGIA - Sequestro di beni per tre milioni di euro a carico di Alberto Vallese, il cinquantenne jesolano che nel 2019 fu arrestato con l'accusa di aver avuto un ruolo...

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CHIOGGIA - Sequestro di beni per tre milioni di euro a carico di Alberto Vallese, il cinquantenne jesolano che nel 2019 fu arrestato con l'accusa di aver avuto un ruolo nella truffa di Ok auto, a Chioggia, messa a segno ai danni di una cinquantina di acquirenti di vetture, restati a mani vuote dopo aver versato cospicui anticipi. Ad operare sono stati i militari del Gruppo investigazione criminalità organizzata del Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza di Venezia, i quali hanno dato esecuzione ad un provvedimento dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Venezia, nell'ambito delle indagini condotte dalla Procura. L'iniziativa è finalizzata ad aggredire un patrimonio che, secondo gli inquirenti, sarebbe stato illecitamente accumulato da parte dell'uomo, e in parte intestato anche alla coniuge convivente, Ilda Pignataro.

PRECEDENTI PENALI

In passato Vallese è rimasto «coinvolto in diverse vicende per reati di riciclaggio, ricettazione, truffa, bancarotta fraudolenta - si legge in un comunicato delle Fiamme Gialle - in forza dei quali è stato ritenuto ricorrente, nei suoi confronti, il requisito della pericolosità sociale».
Sotto sequestro sono finite sei unità immobiliari, inserite in un prestigioso complesso residenziale nella zona turistica di Jesolo, un'azienda, conti correnti bancari, nonché denaro contante e preziosi: in particolare tre orologi (tra cui un Rolex e un Cartier) che, secondo la Finanza «evidenziato una palese sproporzione tra i redditi dichiarati negli anni e i capitali impiegati per l'acquisizione dei vari cespiti». Per ricostruire il patrimonio di Vallese, gli investigatori si sono avvalsi delle banche in uso alla Guardia di Finanza e dell'applicativo Molecola del Servizio centrale investigazioni sulla criminalità organizzata delle Fiamme gialle, in grado di acquisire, incrociare e analizzare migliaia di dati economico-finanziari in tempi rapidissimi. Durante gli accertamenti sono stati attivati anche gli Uffici di cooperazione internazionale al fine di verificare l'esistenza di beni all'estero riferibili a Vallese.

PERICOLOSITÀ SOCIALE

Le indagini economico-patrimoniali sono state condotte ai sensi del Codice Antimafia, fondate sul riconoscimento «di una permanente pericolosità sociale», a carico dell'uomo. 


Le misure di prevenzione possono essere applicate a prescindere dall'esistenza di indagini penali e, per opporsi al sequestro dei beni, spetta al soggetto finito nel mirino l'onere di dimostrare che il patrimonio è di provenienza lecita. La misura di prevenzione emessa dal Tribunale di Venezia ha applicato a Vallese anche una serie di limitazioni ai suoi spostamenti, come il divieto di uscire di casa durante le ore notturne e l'obbligo di non allontanarsi dal territorio di residenza. A dicembre si svolgerà l'udienza per la conferma del provvedimento nel corso della quale la difesa, rappresentata dall'avvocato Guido Galletti, cercherà di ottenere il dissequestro. In relazione alla truffa Ok auto, la pm Patrizia Ciccarese ha contestato a Vallese anche l'accusa di associazione per delinquere: il processo di fronte al Tribunale è ancora in corso. Nel frattempo, dalla scorsa primavera, il cinquantenne si trova in carcere a Rovigo.
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Il Gazzettino