Oltre 70 milioni di euro raccolti abusivamente dalla società che fa a capo al 44enne di Portogruaro Fabio Gaiatto. Lo hanno ribadito i finanzieri del Comando provinciale di...
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Il decreto ha disposto la custodia cautelare in carcere per Fabio Gaiatto, principale indagato, e gli arresti domiciliari per 5 persone nonché l’obbligo di dimora per altri 11 soggetti. Sequestrati ai fini della confisca beni degli indagati per un valore 47 milioni di euro, con le perquisizione delle abitazioni, uffici e altri luoghi in uso alle 17 persone.
I reati contestati nell’inchiesta coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Pordenone e condotta dagli investigatori del Gruppo della Guardia di Finanza di Portogruaro sono quelli di associazione a delinquere, truffa aggravata, esercizio abusivo di attività di gestione del risparmio, autoriciclaggio. Il meccanismo truffaldino messo in atto dall’organizzazione consisteva nell’offerta di investimenti nel mercato “Forex” ad altissimo e immediato rendimento. I capitali raccolti, invece di essere investiti, venivano in parte utilizzati per remunerare gli investimenti più risalenti e, in parte, dirottati in conti correnti italiani e stranieri degli indagati. In sostanza, gli interessi degli investimenti dichiaratamente maturati dai finanziatori più risalenti venivano pagati con i soldi versati dai clienti successivi, così da rassicurare coloro che avevano già consegnato denaro all’organizzazione e attirare nella rete truffaldina altri soggetti potenzialmente interessati ai lauti guadagni prospettati. Per aggirare i controlli delle Autorità di vigilanza finanziaria, il sodalizio si è avvalso di una serie di società estere con sede in Slovenia, Croazia, Gran Bretagna, grazie alle quali, tra l’altro, è stato aggirato il divieto all’esercizio dell’attività di raccolta finanziaria già imposto dalla CONSOB nel 2016 a Gaiatto, ritenuto l' artefice della truffa e a una sua società italiana.
Con questo sistema, che richiama lo “schema Ponzi”, tra il 2016 e il 2018 l’organizzazione ha raccolto abusivamente da circa 3 mila persone per lo più del nord-est d’Italia 72,3 milioni di euro, rimborsati ai finanziatori per soli 28,9 milioni di euro. I proventi delle attività illecite sono stati riciclati dai principali indagati attraverso l’acquisto di numerosi immobili in Veneto, Friuli Venezia Giulia e in Emilia Romagna, per un valore di 3,7 milioni di euro, il cui sequestro è in fase di completamento in queste ore. L’attività condotta dai finanzieri del Gruppo di Portogruaro ha portato infine a configurare a carico delle società estere coinvolte profili di responsabilità amministrativa dell’ente, per reati associativi e di riciclaggio. A carico di 2 indagati è stato anche disposto il sequestro preventivo finalizzato alla confisca diretta e per equivalente fino all’ammontare di 43,6 milioni di euro, corrispondente al totale delle somme abusivamente raccolte dall’organizzazione depurato dalla cifra restituita a una parte dei clienti. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino