Trucchetti e gelosie di Mariarosaria e quella telefonata di Giosuè furibondo

PORDENONE - «Pensano di aver trionfato, ma questo è un silenzio complice». Così Eleonora Ferrante, la madre di Trifone Ragone. Rosario Costanza, il...

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PORDENONE - «Pensano di aver trionfato, ma questo è un silenzio complice». Così Eleonora Ferrante, la madre di Trifone Ragone. Rosario Costanza, il papà di Teresa, parla invece di «una farsa». È difficile per i genitori delle vittime comprendere la scelta di Mariarosaria Patrone. I pm Pier Umberto Vallerin e Matteo Campagnaro sono riusciti a farsi dire dalla madre della ragazza, Stella Secondulfo, ciò che in parte avrebbe dovuto riferire la figlia. Ad esempio sul profilo Facebook Anonimo Anonimo usato per importunare Teresa: «Mia figlia aveva saputo da Giosuè di uno scherzo fatto in caserma. Aveva fatto un accesso e letto il primo messaggio, da cui si evince che era uno scherzo. Giosuè si era infastidito, perché siccome era stato fatto in caserma, rischiava un'accusa di peculato». Come riuscì a entrare nel profilo? «Ha ricevuto la password da Giosuè». La madre ha negato che la figlia sia stata in coma, abbia abortito o manifestato intenti suicidi. Ha negato di aver inviato a Giosuè alcuni dei messaggi deliranti. Non ha mai visto la figlia con lividi (visibili in alcune foto trovate nel cellulare di Giosuè) dovuti alle (false) aggressioni, giustificate con «trucchetti» inventati da Mariarosaria per attirare l'attenzione di Giosuè. «Erano innamorati da 9 anni, non li ho mai visti litigare, l'unica nota dolente era la lontananza e lei era gelosa». Ha detto che Giosuè non alzava mai la voce, ma i pm l'hanno smentita facendo ascoltare una telefonata in cui l'imputato in preda all'ira e urla contro Mariarosaria...

 
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Il Gazzettino