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ALBIGNASEGO (PADOVA) - Tempi duri per il cimitero di San Tommaso. Se gli smottamenti del terreno dovuti alle piogge del mese scorso hanno creato non poche problematiche a tombe e lapidi interrate nel camposanto centrale di Albignasego, la macabra sorpresa di ieri è stato il ritrovamento di un osso. «Nessuna correlazione e nessuna scena da film horror», si affretta a dichiarare Davide Mauri, consigliere con delega alla riqualificazione dei servizi cimiteriali. Ciò nonostante, il resto mortale è stato rinvenuto e assomiglia particolarmente ad un femore, a detta di chi l'ha visto ieri mattina presto vicino all'ingresso. «Purtroppo per dimensione potrebbe esserlo, sebbene sia piccolo, scheggiato e rovinato, ma nella realtà saranno gli esperti a dirci se è umano o animale. Per quel che ci riguarda, ci siamo limitati a rispettare la normativa».
Il ritrovamento
Normativa che si traduce nel Dpr 28-5-1990 che ha previsto che, dopo l'allarme dato dagli operatori cimiteriali al consigliere Mauri, venisse coperto e isolato il reperto con un contenitore di plastica ed uno di acciaio. «Da iter burocratico previsto per legge è stata subito allertata la Polizia Locale ed ispezionata tutta l'area proprio per vedere se ci fossero situazioni strane e soprattutto scongiurare la fantascientifica ipotesi di tombe rovinate a tal punto o saccheggiate». Nulla di paragonabile al romanzo dell'orrore che si è iniziato a leggere sui social network, insomma. «Le tombe danneggiate dal maltempo erano già state sistemate nei giorni scorsi - rassicura Mauri - Certamente questo non c'entra con il terreno mosso e non è fuoriuscito da lì, tanto più che nelle tombe si trovano bare ben sigillate sotto oltre un metro e mezzo di terra.
Come spiegarsi l'accaduto, dunque? «Le spiegazioni ce le darà chi di dovere - garantisce Mauri - La Polizia locale ha redatto il verbale di rinvenimento ed informato il sindaco, la Procura, la Asl e l'ufficiale di Stato civile, come da procedura. Il resto mortale è stato messo al sicuro secondo la normativa, a disposizione delle autorità sanitarie competenti che ne stabiliranno la natura e la provenienza. Si tratta di un percorso farraginoso che potrà durare anche un anno e che avrà dei costi per il Comune che dovrà sostenere la spesa delle analisi. Sicuramente si tratta di un episodio spiacevole, triste e molto delicato: una questione sulla quale andremo a fondo», chiosa il consigliere.
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