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Si prospetta un fine settimana natalizio da montagne russe in Friuli Venezia Giulia sul fronte meteorologico e soprattutto in montagna l’incertezza la farà da padrona, pensando in particolare alla fruizione delle piste e degli impianti da sci che come da tradizione in questo periodo “valgono” in termini di presenze gran parte della stagione. Secondo le ultime previsioni la neve dovrebbe tornare a scendere sulle vette di Alpi Carniche e Giulie da domani, oltre i mille metri circa, 1.500 metri circa sulle Prealpi dove però le precipitazioni saranno più sporadiche. Solo verso il Comelico la precipitazione potrà essere più consistente. Ma la perturbazione sarà comunque meno intensa che oltre confine, dove ci si aspetta abbondanti precipitazioni sull’Austria e in particolare sui Tauri. Già da sabato, altro cambio repentino, con la ricomparsa del sole e di temperature che torneranno a risalire, accanto ad una previsione dello zero termico ai 2.000-2.500 metri, sopra le medie stagionali, fino ad arrivare ai 3 mila nella giornata di domenica.
IL PROBLEMA
Una situazione che potrebbe portare ancora ad una non piena disponibilità delle piste in favore degli sciatori: al momento da parte di Promoturismo Fvg nel suo bollettino “InfoNeve” vengono garantite le aperture degli impianti che già erano stati resi accessibili lo scorso fine settimana: a Piancavallo i tappeti Daini, Genzianella- e Busa, le seggiovie Casere, Sole e Tremol 1 e si potrà sciare sulle piste Busa Grande, Nazionale Bassa, Sauc Basso, campo scuola Daini, Genzianella, Casere, Casere 2, 3, 4 e la skiweg Sauc.
RISCHI
Sul fronte del bollettino valanghe diramato ieri – con rischio grado 2, moderato, per la giornata di venerdì - si conferma la poca neve fresca al di sopra dei 1000 m circa e il vento che sarà forte. Queste condizioni causeranno un leggero aumento del pericolo di valanghe asciutte sui pendii ombreggiati ripidi. I nuovi accumuli di neve ventata possono subire un distacco soprattutto in caso di forte sovraccarico sui pendii ripidi ombreggiati. I punti pericolosi si trovano principalmente nelle zone in prossimità delle creste, nelle conche e nei canaloni al di sopra dei 1800 m circa. L’innevamento è estremamente variabile a seconda dell’azione del vento alle quote medie e alte. Soprattutto alle quote di bassa e media montagna c’è solo poca neve. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino