Trasformate in discariche per anni, riemergono le trincee sconosciute

Le trincee di pianura a Campolongo Tapogliano
CAMPOLONGO TAPOGLIANO (Udine) - D'inverno si vedono meglio, quando gli alberi sono spogli e i campi sono una distesa di terra senza colture. Sono le linee di difesa arretrate...

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CAMPOLONGO TAPOGLIANO (Udine) - D'inverno si vedono meglio, quando gli alberi sono spogli e i campi sono una distesa di terra senza colture. Sono le linee di difesa arretrate tra Torre e Isonzo. Chilometri di trincee di fatto sconosciute, che attraversano silenziose i paesi della Bassa Friulana, tra Campolongo Tapogliano, Ruda e Villa Vicentina, al confine con l'attuale provincia di Gorizia, realizzate nel periodo della grande guerra come difesa dal nemico.

 

Affiorano appena
Non sono state mai utilizzate, perché la rotta di Caporetto portò i soldati a fuggire verso il Piave. Affiorano appena, dalle campagne. Da lontano, per chi non conosce la storia di questi luoghi, possono sembrare delle opere realizzate per l'irrigazione, o semplici mura divisorie tra proprietà private. Ma basta avvicinarsi un po' e mettere i piedi nei campi, appena a due passi dalla strada, per scoprire che sono dei cunicoli in cemento armato e conglomerato, spazi dove i militari avrebbero potuto nascondersi in caso di attacco, dotati di ingressi, feritoie, ambienti per le munizioni.

Un recupero che dura da anni
Da anni l'amministrazione comune di Campolongo Tapogliano lavora con tenacia per pulire questi siti, rimasti abbandonati per decenni, avvolti dalla vegetazione, distrutti, riempiti di terra, usati come discarica, anche per gettare carcasse di cani e gatti. I risultati adesso si vedono, anche se c'è ancora molto da fare. Con la squadra comunale di Protezione civile numerose trincee sono state ripristinate: tolta l'immondizia, la terra, aperti gli ingressi.

​Non tutte, però, ricadono sul territorio di proprietà del Municipio e il progetto per la loro valorizzazione, per la promozione turistica e, in generale, di recupero della memoria, non è sempre semplice. Non tutti i contadini comprendono l'importanza del mantenimento di questa linea di difesa che è unica. Non se esistono altre simili in Italia.

La Ridotta Battisti
«Di recente - spiega l'assessore alla cultura, Antonio Rosolini - la protezione civile ha recuperato, rendendola percorribile, la Ridotta Battisti. Con i richiedenti asilo pakistani, poi, abbiamo recuperato un'altra parte di tracciato. Crediamo molto in questo progetto; l'amministrazione ha realizzato sia una mostra, per far conoscere questi luoghi e la loro storia, che dei semplici dépliant con le immagini delle trincee e le cartine dove è ben chiaro lo sviluppo delle fortificazioni sul territorio. Lungo il tracciato si possono vedere ancora i resti del vecchio ponte sul Torre e poi ci sono una infinità di testimoniante uniche».


In diverse trincee, le cui coperture spesso si stagliano allo stesso livello del terreno, nascoste, si può entrare e rendersi conto di come era concepita al tempo la guerra e la difesa del territorio: di fatto un corpo a corpo diviso solo da un muro a contenere i primi spari. A Campolongo la linea è di circa cinque chilometri, interrotta solo in alcuni punti, da cui in corrispondenza del passaggio dell'autostrada A4.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino