TRIESTE - Prevedere il terremoto nel tempo di interesse per la società ossia per salvare gli abitanti di un palazzo. È questo l’obiettivo del progetto triennale che vede...
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Un modello fisico in grado di analizzare con grande precisione il comportamento delle faglie sismiche sulla base di dati geologici, sismologici e da satelliti di ultima generazione. Generali parteciperà in termini finanziari mentre gli scienziati dell’Ictp effettueranno simulazioni su un sistema di faglie presenti nell’area situata a Nord-Est, a cavallo tra il Friuli Venezia Giulia e l’Istria. I dati raccolti serviranno alla validazione del modello e consentiranno la sua applicazione in altre aree del mondo esposte a rischio sismico.
«Un’opportunità di crescita e sviluppo per il Friuli Venezia Giulia – ha detto il Ceo del gruppo Generali Mario Greco – le catastrofi naturali non hanno solo impatti assicurativi ma anche sociali drammatici, è nostro dovere capire meglio come avvengono e come si possono evitare del tutto». Il ricordo del terremoto del 1976 è ancora forte in Friuli: «Tutta l’Italia è a rischio sismico, vanno sviluppati modelli per limitare le conseguenze dei terremoti».
Di «valore simbolico» ha parlato l’assessore regionale Loredana Panariti ricordando proprio il terremoto del 6 maggio 1976: «Una collaborazione che guarda al futuro per trovare applicazione nelle aree più povere del mondo». Lo studio si concluderà nel 2018 con la presentazione dei dati. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino