TRIESTE - Al via uno studio nazionale coordinato dall'Irccs Burlo Garofolo di Trieste per quantificare il peso delle esposizioni ambientali sulla salute di mamma e...
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Le informazioni saranno a disposizione degli operatori sanitari in forma più tecnica, mentre sezioni più divulgative saranno accessibili alla popolazione. Un terzo obiettivo sarà l'allestimento di un protocollo di monitoraggio della popolazione che abita nei cosiddetti siti di interesse nazionale, aree contaminate classificate come pericolose dallo stato e che necessitano di bonifica. Per il Friuli Venezia Giulia si prenderanno in esame Trieste e la Laguna di Grado e Marano in provincia di Gorizia; per la Sicilia i Sin di Milazzo/Valle del Mela e Augusta/Priolo mentre per il Lazio la zona di Valle del Sacco. Il progetto si avvarrà dei dati e dei campioni biologici raccolti nell’ambito di un precedente progetto, la coorte di nati Piccolipiù**, che ha reclutato più di 3000 nuovi nati tra il 2011 e il 2013. Usando dati satellitari a elevata risoluzione spaziale e temporale i territori in esame verranno suddivisi in griglie di 1 km, per ottenere stime più precise degli inquinanti ambientali (atmosferici). Conoscendo l'indirizzo dei partecipanti allo studio (vicinanza ad autostrade, aree verdi ecc.), sarà possibile ascrivere a ciascuna griglia - e dunque alla presenza/assenza di particolari inquinanti - ogni coppia mamma-bambino. Campioni di sangue da cordone ombelicale e venoso prelevati in momenti diversi alle donne e ai bambini della coorte Piccolipiù serviranno a individuare alterazioni molecolari indicative di esposizione ambientale nociva. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino