Appalto luci fallito a Trichiana: tre anni di carte bollate e Comune condannato

Trichiana
BORGO VALBELLUNA - «Prendo lo spunto dell’ennesimo blackout della illuminazione pubblica in piazza  Merlin e vie limitrofe dell’ex Comune di Trichiana...

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BORGO VALBELLUNA - «Prendo lo spunto dell’ennesimo blackout della illuminazione pubblica in piazza  Merlin e vie limitrofe dell’ex Comune di Trichiana per ricostruire un cattivo esempio di gestione di lavori pubblici», così il consigliere di “Il tuo Borgo”, Dario Dal Magro, sul caso dell’illuminazione pubblica. Dal Magro ricostruisce i fatti a partire dal 9 maggio 2018 quando il «Comune di Trichiana indiceva una procedura di gara aperta per l’affido della concessione della gestione, manutenzione e riqualificazione degli impianti di pubblica illuminazione, con predisposizione degli stessi ai servizi di “smart cities” per la durata di venti anni ed un valore stimato del contratto di euro 1.284.000 euro da aggiudicarsi secondo l’offerta economicamente più vantaggiosa». 

Il 7 gennaio 2019, con il «modulo project financing, la gara veniva aggiudicata alla società Gianni Botter Impianti Srl. Società che purtroppo di lì a breve fallisce. A questo punto entra nella vicenda la Etiled Srl, che il’11 luglio 2019 stipula un contratto di affitto d’azienda con Gianni Botter Impianti Srl, subentrando anche nella gestione degli impianti di pubblica illuminazione di Trichiana – prosegue il consigliere -. Il Comune di Borgo Valbelluna, nel frattempo costituitosi, non avendo ricevuto la documentazione dalla Botter per aggiudicare la gara, inizia la procedura di decadenza dell’affidamento. Contro questo naturalmente la Etiled Srl, subentrata, ricorre al Tar, vincendo la causa.

Il giudice ha infatti ritenuto che il comune di Borgo Valbelluna avrebbe dovuto estendere il contraddittorio anche all’affittuaria dell’azienda (Etiled Srl) ed affermando che il Comune ha lasciato trascorrere quasi nove mesi prima di adottare il provvedimento di decadenza. Pertanto, e siamo a febbraio 2021, il Comune è stato condannato al pagamento delle spese di 3.000 euro oltre ad accessori. E naturalmente deve pagare anche gli onorari del proprio avvocato». 

Al di là del complesso iter tecnico giudiziario e di valutazioni tecniche, Dal Magro afferma come, a quasi tre anni e mezzo di distanza da quella gara il problema non sia stato ancora risolto. «Senza voler incolpare nessuno, si chiede se valga la pena affrontare costosi iter giudiziari - conclude il consigliere - che poi magari terminano con una condanna del Comune, oppure se è opportuno cercare un accordo per raggiungere velocemente il risultato. Sono riflessioni che mi portano a concludere come nell’amministrare, oltre all’impegno ed alla buona volontà, servano capacità per raggiungere gli obiettivi in un periodo consono, e non che dopo oltre tre anni l’illuminazione pubblica sia ancora da sistemare. Ovvero un po’ più di professionalità e visione di lungo periodo».

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Il Gazzettino