Treviso. Venticinquenne muore in moto durante una gita con l'amico del cuore

Luca Bernardi e la moto dopo l'incidente
TREVISO (13 dicembre) - Il botto, tremendo, poi il "gemito" della carena della moto che strisciava sull’asfalto e infine il volo nel vicino fossato. Ha incontrato la morte...

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TREVISO (13 dicembre) - Il botto, tremendo, poi il "gemito" della carena della moto che strisciava sull’asfalto e infine il volo nel vicino fossato. Ha incontrato la morte in modo assurdo, ieri poco dopo le 16 mentre percorreva la Provinciale 4 a Pieve di Soligo, Luca Bernardi, 25 anni, operaio di Ponzano (Treviso). Una fine assurda che ha trasformato una domenica di gioia e spensieratezza in un dramma senza fine, che ha straziato l’anima di papà Moreno, mamma Maria, dei fratelli Mauro e Michela, ma anche dei parenti e dei tanti amici.




Luca Bernardi - da quanto ricostruito dalla polizia stradale di Treviso - era salito sulla propria Suzuki ed era andato a fare una gita con l’amico del cuore. Era sulla strada verso casa, ieri alle 16, quando ha incontrato la morte mentre stava percorrendo via Montello, vicino all’incrocio con via Cal Bruna a Pieve di Soligo. Improvvisamente si è trovato di fronte la Renault Clio condotta da Melita De Nardi, 22 anni di Codogné. Il giovane ha tentato una manovra disperata per evitare l’impatto. Invano. Dopo l’urto la moto si è accartocciata su se stessa, finendo sull’asfalto. Il corpo di Luca Bernardi è stato scaraventato nel vicino fossato, ormai privo di vita. Immediati i soccorsi e la richiesta d’aiuto al personale del servizio d’emergenza 118. Ma ogni tentativo di strappare il giovane alla morte si è rivelato inutile. Poi il corpo di Luca è stato pietosamente coperto con un lenzuolo e su via Montello è calato un silenzio di gelo, che toglieva il respiro e le parole.



I familiari, subito informati, si sono precipitati sul luogo della tragedia, annichiliti dal dolore. Con loro il titolare dell’azienda per cui lavorava la Botter Gianni, e alcuni amici. Luca era un ragazzo solare. Terminati gli studi aveva trovato lavora in una ditta di impianti elettrici di Ponzano. Il tempo che gli lasciava il lavoro amava trascorrerlo in famiglia, con la fidanzata Daiana o in compagnia degli amici. Aveva tante passioni, che coltivava con entusiasmo, ma quella per la moto era diventata quasi amore. La sua morte lascia un vuoto profondo nella comunità di Ponzano.



La Procura, già oggi, dovrebbe concedere il nulla osta alla sepoltura e iscrivere sul registro degli indagati, seppure come atto a tutela delle garanzie difensive, la conducente della Clio, con l’ipotesi di omicidio colposo. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino