Tbc, intercettare i casi latenti: «Sono grave e inconsapevole minaccia sanitaria»

Tbc, intercettare i casi latenti: «Sono grave e inconsapevole minaccia sanitaria»
TREVISO - I recenti episodi di tubercolosi a Treviso «confermano che occorre una strategia mirata a intercettare i casi latenti, dai quali può scaturire una grave e...

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TREVISO - I recenti episodi di tubercolosi a Treviso «confermano che occorre una strategia mirata a intercettare i casi latenti, dai quali può scaturire una grave e inconsapevole minaccia sanitaria». A ribadirlo è l'Amcli, Associazione Microbiologi Clinici Italiani, in una nota.


«Un'insegnante - aggiunge Amcli - avrebbe sottovalutato i sintomi (tosse persistente, dimagrimento e febbricola) e ha proseguito la propria attività infettando inconsapevolmente quasi l'intera classe».

«Parlando di tubercolosi - evidenzia Enrico Tortoli, Coordinatore del Gruppo di Lavoro per i Micobatteri dell'Amcli - forse è il caso di fare un po' di chiarezza. Esistono almeno due forme di tubercolosi quella attiva e quella latente. La tubercolosi polmonare attiva porta all'eliminazione con i colpi di tosse, nell'aria circostante, del bacillo responsabile, il micobatterio tubercolare. Quando degli individui (nel caso di Treviso gli alunni) sono infettati ma non hanno segni radiologici o sintomi specifici, hanno la tubercolosi latente. Statisticamente, dei soggetti con tubercolosi latente solo il 10% svilupperà la malattia attiva, tutti gli altri non manifesteranno mai la tubercolosi». La tubercolosi attiva si diagnostica ricercando, con varie tecniche, il micobatterio tubercolare nell'escreato (materiale misto di muco e saliva che si emette ad esempio con la tosse). Quella latente si diagnostica ricercando invece la traccia immunitaria lasciata dal bacillo nell'organismo (test Mantoux e Igr). «Appare evidente - prosegue Pierangelo Clerici, Presidente Amcli - come il ruolo delle strutture complesse di microbiologia e i professionisti che ne fanno parte, siano garanzia di interventi rapidi e specifici al fine di contrastare eventi ad alto rischio (come nel caso di Treviso) e di consentire quindi un immediato intervento terapeutico».
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Il Gazzettino