Eredita tre case, ma porta davanti al giudice il suo ex per gli alimenti

Eredita tre case, ma porta davanti al giudice il suo ex per gli alimenti
Prima le difficoltà economiche, poi la denuncia della ex che, di fronte al fatto che sarebbe riuscito a pagare solo parzialmente l'assegno di mantenimento per lei e per...

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Prima le difficoltà economiche, poi la denuncia della ex che, di fronte al fatto che sarebbe riuscito a pagare solo parzialmente l'assegno di mantenimento per lei e per la foiglia dopo la seperazione, lo ha trascinato in Tribunale.  "Ho vissuto quell'accusa - ha detto l'uomo - di aver fatto mancare a mia figlia i mezzi per il sostentamento come una infamia".

Ma in realtà la ex e la figlia non hanno mai patito a causa di quei 300 euro che arrivavano ogni mese al posto dei 500 stabiliti dal giudice al momento in cui i due hanno cessato di essere marito e moglie: lei infatti, proprio durante la causa di divorzio, aveva ereditato dalla madre defunta tre appartamenti per un valore complessivo di mezzo milione di euro.
 Una ricchezza "opportunamente" nascosta durante la causa contro il marito che, difeso dall'avvocato Fabio Capraro, ieri è stato assolto. Decisivo il fatto di essere riuscito a dimostrare di aver sempre cercato di onorare gli alimenti da versare alla ex e alla figlia, oltre ovviamente alla scoperta della recente ricchezza della ex. Il divorzio era stato decretato nel settembre del 2014 e il giudice civile aveva stabilito un assegno di mantenimento mensile di 450 euro oltre al 50% delle spese straordinarie, di cui 300 euro per la figlia e 100 euro per la ex coniuge. Ma a causa degli affari che non andavano esattamente a gonfie vele l'imprenditore si sarebbe limitato a versare soltanto 300 euro in quota fissa anche se, come è stato documentato a dibattimento, si era sempre occupato di sostenere il mutuo della casa, le spese condominiali ed alcune utenze e nei confronti della figlia avrebbe sempre pagato l’abbonamento per il trasporto scolastico, i libri scolastici, le ricariche telefoniche e contribuito mensile con una somma di denaro versata direttamente. "300 euro? Troppo pochi, così non ci fa vivere" si era però lamentata la ex moglie, sostenendo che l'assegno di mantenimento da mezzo migliaio di euro fosse stato essenziale per assicurare a lei e alla figlia una esistenza almeno decorosa. Nessuno però sapeva di quella ricchezza immobiliare che le era piovuta addosso dopo la dipartita della madre. Neppure il giudice civile che infatti, nello stabilire gli elementi economici del divorzio, aveva tenuto conto anche dei redditi percepiti dall'ex marito e dalla ex moglie.

"Mi hanno colpevolizzato e fatto sentire un padre che non si preoccupava della propria figlia, che l'avrei fatta vivere male ma adesso è stata fatta giustizia" è stato lo sfogo dell'uomo. Durante il processo a suo carico è infatti uscita la verità: le indagini difensive svelano il "tesoretto" della ex, che sosteneva di essere stata ridotta in povertà perché non le veniva pagato l'intero assegno. Al giudice Leonardo Bianco non è rimasto che pendere atto della situazione: alla luce delle diverse condizioni patrimoniali e del fatto che l'uomo si è sempre impegnato comprendo interamente una parte rilevante delle spese straordinarie, ha deciso per l'assoluzione. 
Denis Barea Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino