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TREVISO - Via libera alla variante dal piano degli interventi per 11 nuove costruzioni su un’area complessiva da 500mila metri quadrati. Il consiglio comunale l’ha approvata ieri sera, a maggioranza, tra mille polemiche. Le opposizioni sono salite sulle barricate. «Solo una serie di accordi pubblico-privati. Non c’è altro – attacca Stefano Pelloni, capogruppo del Pd – si possono fare tutti i discorsi possibili, ma quando ci sono anche aree verdi e aree con attrezzature sportive che vengono trasformate in zone residenziali non si può che parlare di consumo di suolo». Franco Rosi, capogruppo di Treviso Civica, punge con sarcasmo: «È una variante filatelica. Nel senso che è composta da tanti francobolli. Altri che principi generali – sottolinea – sono state fatte valutazioni su singoli interventi. Questa non è pianificazione, ma accattivarsi le simpatie di chi ha in mente di costruire qualcosa in città. Una volta si chiamava clientelismo. Oggi non si può dire». Sulla stessa linea c’è anche Gian Mario Bozzo, della lista Manildo. Pelloni ha fatto le pulci agli 11 ambiti in questione. «L’intervento di via Medaglie d’Oro ha dell’incredibile – dice – una zona ad area verde e attrezzature sportive viene trasformata in 22.500 metri cubi di residenziale. Un’ottantina di appartamenti. E non c’è nemmeno stata l’accortezza di chiedere edilizia convenzionata o atterraggio di crediti edilizi». Ci sono poi 13.700 metri cubi di residenziale in via Caduti di Cefalonia, 2mila in via Capodistria, 11mila metri cubi di costruzioni a San Lazzaro, il supermercato di via Cisole e altri 5mila nel piano Panigai. «Sul tema del beneficio pubblico in generale va fatta una riflessione – aggiunge – se in via Medaglie d’Oro, ad esempio, si fanno interventi sulla viabilità, questi sono funzionali allo stesso intervento urbanistico, che alla fine farà arrivare qualcosa come 150 auto in più. Il vero beneficio pubblico è un’altra cosa».
LA REPLICA
Di tutt’altro tenore la relazione di maggioranza.
LO SCONTRO
Oltre a qualche reazione di stizza del sindaco per i riferimenti a interessi di parte, la maggioranza ha lasciato la parola a Riccardo Barbisan, capogruppo della Lega: «Siamo orgogliosi di questo piano – mette in chiaro – abbiamo dato risposte a esigenze non speculative. È la cifra della nostra amministrazione». Sempre ieri, infine, al centro del dibattito c’è stato anche il Pride di sabato scorso. Non poteva essere altrimenti dopo che alcune attiviste di sono schierate a seno scoperto sulle gradinate del Duomo. «Intemperanze dal retrogusto disgustoso – è stato il duro commento di Roberto Grigoletto – condivido il dispiacere del vicario generale monsignor Brugnotto per i gesti gratuitamente provocatori sul sagrato della Cattedrale». E Barbisan ha annunciato una mozione per fare in modo che il Comune segua il caso da vicino: «Le Femen me le ricordavo diverse. Evidentemente ognuno ha le Femen che si merita – conclude – proporrò una mozione per interloquire con gli organi preposti affinché chi dovesse eventualmente aver commesso dei reati venga individuato e sanzionato secondo quanto previsto dalla legge».
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