TREVISO Medici romeni negli ospedali trevigiani. Arrivano i camici bianchi dell'est Europa a coprire i buchi negli organici causati dalla carenza di specialisti. L'Usl...
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Il passaggio burocratico è fondamentale. Al momento è allo studio della quinta commissione regionale che si occupa delle politiche socio-sanitarie. L'obiettivo di chiudere delle convenzioni internazionali con università di altri Paesi per portare medici stranieri a lavorare negli ospedali del Veneto era stato annunciato a metà marzo, proprio a Treviso, direttamente da Manuela Lanzarin, assessore regionale alla Sanità. «Anche se il governo dovesse mettere mano al numero chiuso all'università e al numero di borse di studio per le specialità, non ci sarebbero risultati a breve termine aveva messo in chiaro intanto dobbiamo cercare di ingegnarci».
I BUCHINei reparti della Marca mancano ancora una cinquantina di medici. Soprattutto anestesisti e ginecologi. Ma non solo. L'entrata in servizio dei dieci medici provenienti da Timisoara consentirà di mettere una prima toppa. Come la prenderanno i trevigiani quando in ambulatorio si troveranno davanti dei dottori romeni? L'Usl ha pensato anche a questo. Non verrà assunto chiunque.
«Le persone che abbiamo individuato si sono laureate in Medicina in Italia rivela Benazzi e poi sono tornate a fare la specialità in Romania». Questo vuol dire che parlano in italiano già molto bene. Dopotutto era davvero difficile pensare di inserire nei reparti medici che non sapessero la nostra lingua. In più, i medici stranieri che hanno studiato e si sono formati qui conoscono nel dettaglio anche gli ambienti e l'organizzazione dei servizi socio-sanitari italiani. E questo è un altro vantaggio. Sono paletti che l'azienda sanitaria provinciale aveva fissato fin da subito. Cioè fin da quando aveva chiesto alla Camera di Commercio di Treviso di cercare, attraverso le proprie reti d'impresa all'estero, medici dell'Est Europa e dei Balcani disposti a venire a lavorare negli ospedali del trevigiano. All'inizio la ricerca non era andata a buon fine.
LA RICERCATanto che la Camera di Commercio aveva iniziato a guardare al Sud America, dove c'è un'altra fitta rete di imprese trevigiane. Il presidente Mario Pozza ne aveva parlato anche nella 27esima edizione della convention mondiale della Camere di Commercio italiane all'estero andata in scena lo scorso novembre a Verona.
L'arrivo di specialisti addirittura da altri continenti, però, sarebbe stato ben più complicato. In questo caso i diretti interessati avrebbero dovuto affrontare un esame a Roma per il riconoscimento del loro titolo di studio. Insomma, un percorso decisamente più tortuoso. L'assunzione dei medici rumeni, invece, è molto più semplice. E ora il Ca' Foncello e gli altri ospedali sparsi per il trevigiano sono pronti ad aprire le porte.
Mauro Favaro Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino