«Ostaggi nel grattacielo ghetto. Qui ​succede di tutto, nessuno interviene»

«Ostaggi nel grattacielo ghetto. Qui succede di tutto, nessuno interviene»
TREVISO - «Non ci stupisce che lo abbiano arrestato: era sempre circondato da uno stuolo di connazionali e parlava continuamente al telefono. Si vedeva che era il loro...

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TREVISO - «Non ci stupisce che lo abbiano arrestato: era sempre circondato da uno stuolo di connazionali e parlava continuamente al telefono. Si vedeva che era il loro capo». Osewie Ewobe, il 34enne nigeriano finito in carcere su disposizione dell'Antimafia di Palermo perché considerato un boss della mafia nigeriana è solo uno dei mille problemi del ghetto di via Pisa. Dove il degrado è imperante e si manifesta in mille modi: spaccio occulto o alla luce del sole, episodi di gratuita violenza, aggressioni. E sporcizia. Tanta. Il palazzaccio ne è l'emblema, l'anima nera attorno a cui gravitano vite sbandate e clan malavitosi. Ma c'è anche chi ci abita e non appartiene nè alle une nè agli altri. «Speriamo che le istituzioni intervengano e ci aiutino: ci sentiamo abbandonati. Qui succede di tutto, ma non vediamo mai nessuno».

 
PIAZZA DI SPACCIOLo spaccato è avvilente. Di fronte all'ingresso del grattacielo c'è un continuo via vai di persone, specie stranieri, specie dal tardo pomeriggio in poi. Ma è sul lato opposto della strada che si danno appuntamento clienti e spacciatori, nascosti da una siepe dentro la quale si trova di tutto: bottiglie, coperte, mozziconi di sigarette e, se si sa dove cercare, dosi di stupefacente. L'ultimo scambio, filmato da un residente, è stato consegnato agli investigatori della polizia locale. «Si vedono continuamente contrattazioni di cessioni e poi qualcuno che si infila dentro la siepe di fronte agli ex uffici dell'Usl per prendere la dose, che viene lasciata in mezzo ai cespugli o, come nel caso del video, sopra al battistrada di un'auto posteggiata davanti al grattacielo». Ma i giri di spaccio sarebbero molteplici. «Ce n'è uno esterno, che coinvolge persone che non abitano in zona ma che vengono in via Pisa per spacciare, e poi c'è un giro interno allo stesso grattacielo - spiega un residente che chiede di rimanere anonimo -: la porta d'ingresso della scala antincendio è stata più volte forzata e viene utilizzata da chiunque per entrare e uscire a piacimento. Il cliente arriva davanti all'ingresso, fa una telefonata, e nel giro di trenta secondi scende uno spacciatore. È una scena che ho visto ripetersi in più occasioni». Il sospetto di chi osserva quotidianamente i via vai nel condominio è che la vicinanza tra un presunto membro della criminalità organizzata nigeriana e i richiedenti asilo ospitati negli appartamenti presi in gestione da un paio di cooperative, abbia alimentato il mercato di spaccio che coinvolge anche il centro storico. «So per certo che in queste case ci sono anche persone che non hanno diritto all'accoglienza, e abbiamo visto spesso dei ragazzi arrivare in bici con degli zainetti alle spalle e poi dirigersi verso la città».

CONVIVENZA DIFFICILEI problemi del grattacielo di via Pisa sono ben noti all'amministrazione comunale, partono da lontano e comprendono debiti mai onorati che hanno creato un buco da svariate centinaia di migliaia di euro. «L'effetto è stato che molti appartamenti sono stati svenduti, gli italiani sono scappati e il condominio è diventato un ghetto, non stupisce che ci chiamino il Bronx di Treviso» spiega uno dei condomini che, appena un mese fa, ha assistito al pestaggio di un vicino di casa da parte di un 30enne nigeriano, poi arrestato dalla polizia, che dopo aver importunato una ragazza ha preso a bastonate il giovane che era corso in suo aiuto rapinandolo del telefonino. «La convivenza è impossibile, vengono continuamente abbandonati rifiuti di ogni tipo per strada, il cui costo di smaltimento viene poi addebitato a tutti noi, vengono utilizzate stufe a pellet o bombole a gas per scaldare gli appartamenti e quando qualcuno ha da ridire su qualcosa viene minacciato. E poi c'è la moschea, la stessa in cui predicava il vice imam espulso nel 2016 dal Ministro Alfano per le sue posizioni estremiste».
Alberto Beltrame Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino