Bruciò cartella Equitalia: il Fisco vuole 22 milioni, ma lui è in Brasile

Mario Pietrangelo
CONEGLIANO (TREVISO) - Lo scorso luglio aveva preso in mano la cartella che gli era stata inviata e l’aveva bruciata davanti alla sede di Equitalia. ...

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CONEGLIANO (TREVISO) - Lo scorso luglio aveva preso in mano la cartella che gli era stata inviata e l’aveva bruciata davanti alla sede di Equitalia.




Adesso una nuova puntata. È un conto salatissimo, oltre 22 milioni di euro, quello che l'Agenzia delle Entrate di Treviso chiede a un anziano commercialista di saldare con l'Erario per le presunte tasse non pagate su ingenti movimenti finanziari "non giustificati" relativi all'anno 2008.



Il contribuente, Mario Pietrangelo, 76 anni, noto commercialista di Conegliano, non è nuovo a simili "battaglie" con il Fisco italiano. Vive tra Italia e Brasile.



Nel 2013 la stessa Agenzia delle Entrate gli aveva già notificato un altro accertamento esattoriale per 35 milioni di euro relativi a mancati versamenti esattoriali per gli anni 2005, 2006 e 2007, per il quale l'uomo ha in corso un appello davanti alla Commissione Tributaria Regionale.



Pietrangelo vive ora in Brasile, a San Paolo, ma in questi giorni si trova in Italia. «Questo non è un problema mio - dice Pietrangelo -. È un problema grave del sistema fiscale italiano. Ho già dichiarato che i movimenti bancari segnalati per il 2008, come quelli riferiti ai tre anni precedenti, non hanno alcuna connotazione reddituale, e ciò risulta in modo inconfutabile dagli estratti conto che sono stati acquisiti, a patto che vengano interpretati con correttezza».



«È tutto regolare - si difende Pietrangelo - non c'è un euro di evasione. Io sono oggi un nullatenente, vivo di pensione». Non la pensano evidentemente così gli 007 del Fisco, che al commercialista coneglianese contestano il mancato pagamento dell'Irpef, delle addizionali regionale e comunale, e dell'Iva su movimenti bancari in entrata e in uscita per 21 milioni 989mila euro. Più le relative sanzioni.



Una ricostruzione che Pietrangelo, naturalmente, prova a "smontare": «I movimenti in accredito e in addebito contestati, pari entrambi a circa 11 milioni - afferma - sono smobilizzi patrimoniali, da una parte, e movimenti in uscita per il vizio patologico del gioco di cui soffro».



E lo scorso luglio un gesto di protesta finito sui giornali quello di Mario Pietrangelo, ex maresciallo della Finanza in pensione, accusato di una presunta evasione fiscale. Aveva bruciato una cartella di Equitalia e poi raccontato il fatto al commissariato di polizia rimanendo in caserma per oltre due ore a verbalizzare l’accaduto. Lui ha sempre difeso se stesso, parlando di accertamenti «farlocchi», ma la sua aveva fatto sapere non era stata una «protesta personale». Pietrangelo voleva farsi portavoce del dissenso di quanti vivevano una vicenda simile alla sua, pur ritenendosi contribuenti onesti.







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Il Gazzettino