Marina stringe la cinghia, 58 esuberi nell'azienda dell'ex di Benetton

Marina Salomon e l'azienda Altana
PAESE (TREVISO) - Dopo anni di crescita, l'Altana tira il freno. L'azienda di Padernello, guidata dalla fondatrice Marina Salamon, ex compagna di Gilberto Benetton e...

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PAESE (TREVISO) - Dopo anni di crescita, l'Altana tira il freno. L'azienda di Padernello, guidata dalla fondatrice Marina Salamon, ex compagna di Gilberto Benetton e vicina a Comunione e Liberazione, e dall'amministratrice delegata Barbara Donadon, tra i principali produttori italiani di abbigliamento per bambini, ha varato un piano di ristrutturazione che prevede 58 esuberi su un totale di 146 dipendenti diretti.




Ieri è stato firmato l'accordo con i sindacati: 37 posizioni verranno coperte grazie ai contratti di solidarietà, ovvero riduzioni di orario "spalmate" su 107 lavoratori e variabili a seconda dei reparti (in media, si parla di un 30-35% in meno).



Soluzione, peraltro, già sperimentata l'anno scorso per una trentina di figure. Altri 21 addetti, invece, entreranno in cassa integrazione. Potrebbero però essere coinvolte altre tre persone, qualora non accettassero il passaggio ad altre mansioni, proposto loro. Entrambi gli ammortizzatori partiranno da febbraio e avranno una durata di un anno.



Per chi utilizzerà la cigs è prevista anche una articolata serie di incentivi, previa, come consueto in casi simili, la rinuncia ad opporsi al successivo collocamento in mobilità: innanzitutto, un "bonus" da 20mila, 24mila o 34mila euro lordi, a seconda dei livelli di inquadramento professionale.



In più, l'azienda si è impegnata ad integrare l'assegno di cassa integrazione versato dall'Inps, fino al 70% dello stipendio precedente per i dipendenti fino al sesto livello, e fino al 40% della retribuzione per i profili superiori. Infine, chi firmerà il nulla osta entro il 20 febbraio potrà ricevere subito metà dell'incentivo una tantum.



Fondata nel 1982, Altana aveva visto il proprio fatturato moltiplicarsi di sei volte, in un decennio, fino al 2012. Negli ultimi esercizi, invece, si è registrato un netto calo, complice anche la chiusura del rapporto con Moncler a fine 2013. L'azienda trevigiana ha risposto lo scorso novembre, acquisendo il 51% di Forest, impresa che detiene i marchi Save the Duck e Ganesh. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino