TREVIGNANO - Il piccino non respirava più ed era già cianotico quando la mamma ha chiamato i soccorsi e si è messa a urlare disperata: «È...
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TRAGEDIA SFIORATA
Quando domenica pomeriggio è arrivata alla centrale operativa del Suem la chiamata della donna la situazione sembrava già compromessa. La mamma e il marito urlavano disperati, erano sicuri che non ci fosse più nulla da fare. Il piccolino non respirava da qualche secondo, ma il colore della sua pelle evidenziava già i primi sintomi di un principio di soffocamento. Tutto per colpa della minuscola punta del cono gelato. Non c'era tempo da perdere e così l'infermiere del Suem ha spiegato alla mamma del bimbo che solo il loro intervento attivo avrebbe potuto salvarlo: prima le ha detto di assestare dei piccoli colpi sulla schiena, per provare ad espellere la cialda. Poi, visti gli scarsi risultati, le ha spiegato come praticare le manovre rianimatorie, spingendo con due dita sul torace. Ancora niente da fare. Il bimbo non ce l'avrebbe fatta se l'infermiere in contatto al telefono non avesse avuto l'intuizione giusta: quella di soffiare nella bocca del piccino. È così che la punta del cono gelato è finita giù per la trachea, finendo nei polmoni, e il piccolino ha ripreso a respirare.
L'INTERVENTO
A quel punto il piccolo si è messo a piangere, e subito dopo si è addormentato fra le braccia della mamma, esausto ma miracolosamente sano e salvo. Era il momento delle coccole e di un meritato sospiro di sollievo per tutta la sua famiglia che ha passato alcuni interminabili minuti di panico e angoscia. L'ambulanza è arrivata pochi secondi dopo e il bambino, dopo i primi accertamenti all'ospedale San Valentino di Montebelluna, è stato trasferito al Ca' Foncello dove, in serata, è stato sedato e sottoposto a un intervento nel reparto di Laringoiatria per la rimozione del cono gelato dai bronchi. Un'operazione delicata ma di certo non rischiosa, dopo la quale il bimbo si è ripreso senza alcun problema. Un piccolo grande miracolo.
Alberto Beltrame
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Il Gazzettino