UDINE - In ballo, c'è il nuovo contratto di servizio per i treni regionali, una partita che vale 43 milioni di euro all'anno. E, anche se per ora...
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«Confermiamo il nostro interesse per la gestione del sistema ferroviario del Fvg - dice l'amministratore delegato di Arriva Italia Angelo Costa -, anche alla luce del fatto che siamo già operatori nel trasporto su gomma, e questo garantirebbe un sistema efficiente basato sulla intermodalità. Al momento non c'è stata una proposta solo perché non vi è una procedura specifica in atto che ce lo consenta, che sia una gara o un dialogo competitivo, quindi stiamo semplicemente aspettando il prossimo passo della Regione. Se non dovesse esserci l'apertura di una procedura come richiesto dalla normativa, riterremmo illegittimo l'affidamento del servizio a Trenitalia», conclude l'Ad.
A stretto giro arriva la replica di Pizzimenti che, interpellato dal cronista, dice che «l'amministrazione è disponibile a qualsiasi dialogo che si proponga. Dopodiché si valuterà». L'intenzione, già annunciata, è quella di procedere ad un affidamento diretto con valutazione competitiva, nel caso di più offerte, e non ad una gara.
I PENDOLARI
Per parte loro, i comitati dei viaggiatori, anche all'incontro di mercoledì, che ha riattivato il tavolo di confronto dopo due anni e cinque mesi di stop, hanno sollecitato a fare presto il nuovo contratto, per interrompere la sequela di «proroghe tecniche» e la situazione di «precarietà contrattuale che non permette la possibilità di pianificare in maniera strutturata». A Pizzimenti hanno proposto un corposo dossier (vedi altro articolo). Fra le linee guida del contratto, i pendolari chiedono di inserire investimenti sui treni, soprattutto per la Venezia-Udine-Trieste, visto che «i treni Etr 563 e 564 non dispongono di un numero di posti sufficiente», un aumento delle percorrenze e una riduzione dei tempi (ritenuti «anacronistici» perché nonostante i nuovi convogli «si continua a viaggiare con tracce orarie di 20-30 anni fa»), ma anche una rivisitazione dell'orario cadenzato (con un tavolo tecnico ad hoc e sperimentazioni da avviare da giugno o settembre sulle linee più attrezzate) e la previsione di parametri «non solo legati alla puntualità ed affidabilità, ma soprattutto all'informazione offerta», sui treni e anche in stazione. I viaggiatori chiedono inoltre l'eliminazione del supplemento bici di 3,50 euro, o, quantomeno, la sostituzione con un importo simbolico (per esempio un euro) e la riattivazione della stazione di Fogliano Redipuglia soppressa nel 2003, almeno durante le giornate festive, in chiave soprattutto turistica. Sul fronte linee guida, infine, i comitati propongono che la Regione e Trenitalia «siglino un accordo con la società che ha in gestione il parcheggio dell'aeroporto, per offrire ai pendolari un miglior servizio rispetto a quello attuale, prevedendo un prezzo più equo». Secondo loro, infatti, ridurre il prezzo attuale del park («29 euro al mese e 200 euro l'anno» per gli abbonati di Trenitalia) «permetterebbe di rendere più fruibile la stazione di Trieste Airport, che al momento risulta poco frequentata».
Camilla De Mori
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Il Gazzettino