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BELLUNO «Salutiamo con favore l’elettrificazione, ma perché i diretti Belluno – Venezia dovranno fermare in tutte o quasi le stazioni?». C’è grande attesa ma anche qualche perplessità, tra i pendolari bellunesi che di norma scelgono il treno per raggiungere le province di Treviso e Venezia via Ponte nelle Alpi, Alpago e Conegliano, per l’orario estivo di Trenitalia. Alcuni giorni fa la vicepresidente del Veneto con delega ai trasporti Elisa De Berti ha anticipato gli orari dei collegamenti diretti tra montagna, pianura e laguna che il nuovo orario porterà in dote grazie all’ormai completata elettrificazione del segmento Ponte nelle Alpi – Conegliano. Per chi prosegue oltre la città del Cima nelle fasce orarie di punta sarà una rivoluzione, visto che verrà eliminato l’obbligo di cambiare treno a Conegliano, dove finiva la tratta “diesel” e iniziava quella elettrificata che arriva da Udine. L’annuncio della De Berti ha regalato un sorriso ai pendolari che però, scandagliando i dettagli dell’orario estivo già pubblicato online da Trenitalia che entrerà in vigore dal 13 giugno, hanno trovato un’altra sorpresa, questa volta assai meno gradita.
I PENDOLARI
«Sia chiaro: avere finalmente a disposizione una linea tutta elettrica da Belluno a Venezia è una soluzione che migliora le cose rispetto al passato – esordisce il vittoriese Diego Tiozzo, storico pendolare che parla anche a nome di altre decine di viaggiatori abituali della linea – però leggendo gli orari abbiamo trovato dettagli che ci hanno perplesso».
IL CASO
Significativo, per fare capire il malumore dei pendolari, è il programma di viaggio di quello che sarà destinato a diventare uno dei convogli più affollati dei giorni lavorativi e che partirà da Belluno alle 6.15 e concluderà il viaggio in laguna alle 8.17 dopo la bellezza di 16 fermate intermedie, di cui 10 nel trevigiano. «Era proprio necessario? - si domanda un lettore che si firma F.T. - non bastava la già ampia “offerta di pianura” per servire, ad esempio, le fermate di San Trovaso o Lancenigo? Si doveva farlo con un treno che viene giù da Belluno, un convoglio a media/lunga percorrenza che tra l’altro avrà una ridotta capienza di posti? Per molti versi si tratta di una soluzione difficile da comprendere, che andrebbe corretta eliminando molte delle fermate locali».
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Il Gazzettino