BELLUNO «Salutiamo con favore l’elettrificazione, ma perché i diretti Belluno – Venezia dovranno fermare in tutte o quasi le stazioni?».
I PENDOLARI
«Sia chiaro: avere finalmente a disposizione una linea tutta elettrica da Belluno a Venezia è una soluzione che migliora le cose rispetto al passato – esordisce il vittoriese Diego Tiozzo, storico pendolare che parla anche a nome di altre decine di viaggiatori abituali della linea – però leggendo gli orari abbiamo trovato dettagli che ci hanno perplesso». Quali? «Al netto delle fasce orarie non di punta, nelle quali il cambio treno a Conegliano è confermato - spiega -, in quelle dove saranno istituiti i diretti Belluno – Venezia abbiamo scoperto che dopo Conegliano i convogli fermeranno in ogni stazione o quasi, anche quelle più piccole come San Trovaso (pochi km a sud di Treviso ndr) o Mestre Ospedale. Ne deriva un servizio praticamente “metropolitano” quando l’auspicio era, per chi arriva dal bellunese e dal vittoriese, di guadagnare un po’ di tempo». E invece i tempi di percorrenza rimarranno superiori o intorno alle due ore per andare dal capoluogo dolomitico a quello veneto, con più di un’ora e un quarto per coprire la tratta Vittorio – Venezia Santa Lucia.
IL CASO
Significativo, per fare capire il malumore dei pendolari, è il programma di viaggio di quello che sarà destinato a diventare uno dei convogli più affollati dei giorni lavorativi e che partirà da Belluno alle 6.15 e concluderà il viaggio in laguna alle 8.17 dopo la bellezza di 16 fermate intermedie, di cui 10 nel trevigiano. «Era proprio necessario? - si domanda un lettore che si firma F.T. - non bastava la già ampia “offerta di pianura” per servire, ad esempio, le fermate di San Trovaso o Lancenigo? Si doveva farlo con un treno che viene giù da Belluno, un convoglio a media/lunga percorrenza che tra l’altro avrà una ridotta capienza di posti? Per molti versi si tratta di una soluzione difficile da comprendere, che andrebbe corretta eliminando molte delle fermate locali».