OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
PADOVA - La collaborazione è iniziata da 12 mesi, tanto che per esempio dallo stesso donatore sono stati prelevati più organi, impiantati poi in parte a Padova e a Siena. Ma anche il confronto sulle procedure chirurgiche è in atto da tempo fra due eccellenze del settore a livello nazionale, tanto che rispettivi centri sono entrambi tra i primi 9 nella speciale classifica italiana. Una sinergia consolidata, quindi, che ha visto pure giovani professionisti padovani trascorrere periodi di formazione in Toscana e che adesso è stata messa "nero su bianco". L'Azienda Ospedale Università Padova e quella Ospedaliero Universitaria Senese, infatti, ieri all'ombra del Santo hanno siglato un protocollo d'intesa appunto sui trapianti di cuore e polmone che sancisce la collaborazione su formazione, buone pratiche e ricerca, propedeutico anche alla concretizzazione di due ambiziosi progetti a cui entrambe stanno lavorando, che sono lo xenotrapianto e il cuore artificiale. E la prospettiva adesso è di coinvolgere altre realtà importanti.
Il documento
I due fiori all'occhiello della sanità italiana, dunque, si erano già confrontati un anno fa nel capoluogo toscano durante un summit in cui erano state illustrate le rispettive esperienze, mentre ieri e l'altro ieri all'ombra del Santo si è tenuto un workshop dal titolo "Programmi di trapianto di cuore e polmone a confronto", durante il quale sono stati analizzati i risultati ottenuti in questi 12 mesi, nell'ottica di considerare la sinergia come fattore di miglioramento. E alla fine è avvenuta la firma in calce all'accordo, siglata dai due direttori generali, Giuseppe Dal Ben e Antonio Barretta, alla presenza di un testimone autorevole: Massimo Cardillo, numero uno del Centro Nazionale Trapianti. Protagonisti assoluti di questo scambio ad altissimo livello da un lato i professori Gino Gerosa e Federico Rea, rispettivamente direttore dell'UOC della Cardiochirurgia e del Dipartimento di Chirurgia patavini, e dall'altro gli omologhi Massimo Maccherini, responsabile del programma trapianto di cuore, e Luca Luzzi, che coordina quello del polmone nella città del Palio. Per quanto riguarda le attività di ricerca e sperimentazione clinica condivisa, il protocollo prevede che le due aziende ospedaliere perseguano lo standard più elevato possibile nell'ambito delle tecniche chirurgiche trapiantologiche e di quelle per la conservazione degli organi da impiantare; accrescano la capacità di attrazione di risorse e di partecipazione a reti o partnership e gruppi di ricerca di livello nazionale e internazionale; promuovano attività di ricerca, sviluppo e innovazione producendo anche articoli e pubblicazioni scientifiche in sinergia.
Gli obiettivi
«Questo - ha osservato Dal Ben - è un vero e proprio gemellaggio con Siena sul tema dei trapianti. Si tratta di due delle migliori realtà a livello nazionale. La crescita delle competenze scientifiche e professionali, e l'evoluzione delle soluzioni tecnologiche e organizzative, non possono che beneficiare del dialogo e della continua comparazione tra singole esperienze e iniziative». «Siena - ha aggiunto Barretta - è il punto di riferimento della Toscana per i trapianti di cuore e polmone e pertanto dalle nostre parti non avevamo un interlocutore con cui confrontarci per ragionare in termini di progettualità comuni o scambio di buone pratiche, e quindi abbiamo scelto il meglio, cioè Padova, che ha accolto la proposta. Abbiamo attivato anche uno scambio di professionisti perchè i programmi riguardanti i trapianti vanno "alimentati": è una missione e i giovani devono essere incentivati. Poi, sono in atto progetti di ricerca comune, e la città del Santo, come ha dimostrato di recente il professor Gerosa trapiantando con successo un cuore morto da 20 minuti, può sfondare i limiti a cui è arrivata oggi la Scienza, per dare risposte nuove e per aumentare i trapianti, dato che in Italia ci sono 8mila persone in attesa di un organo. Il protocollo poi prevede un percorso futuro di inclusione di altre realtà: la competizione non fa il bene del paziente, mentre con la collaborazione si danno risposte migliori di qualità e quantità». «È un progetto innovativo - ha detto Cardillo - un'iniziativa che presto verrà estesa ad altre aziende e che può portare solo benefici perchè il trapianto è un "motore", un acceleratore di buone pratiche all'interno di un ospedale».
Gli specialisti
Soddisfazione per la sottoscrizione del protocollo hanno poi esternato i due chirurghi che operano a Padova, entrambi luminari a livello mondiale dei trapianti. «Tra colleghi che fanno lo stesso lavoro ci si scambiano idee - ha evidenziato Rea - e ci si confronta sul modello organizzativo che, unito alla parte assistenziale, crea opportunità diverse. E in questo ambito rientra pure la gestione dei costi, con i professionisti che possono dialogare pure sulla gestione delle risorse». E Gerosa ha proseguito dicendo: «Si può fare di più e meglio e in un Paese come il nostro, governato da campanili e Comuni, la possibilità di fare rete diventa importante.
Il Gazzettino