ADRIA - Dopo Adria, anche Pettorazza Grimani ricorre in Cassazione sul caso Coimpo. La giunta Bernardinello ha affidato l’incarico di difendere le sue ragioni davanti...
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L’ITER LEGALE
ADRIA - «In Appello - aveva spiegato Bernardinello - hanno ulteriormente confermato le condanne ai due amministratori, ma Mauro Luise risulta irreperibile, da anni vive in Romania e difficilmente riusciranno a trovarlo, mentre Gianni Pagnin non so che fine abbia fatto. Alla nostra comunità, come al Comune di Adria e a tutti le altre realtà che si sono costituite parte civile in questo processo, sono stati riconosciuti dei soldi a titolo di risarcimento».
«Ora - aveva concluso il primo cittadino - dovremo adire di nuovo le vie legali. Se ci fermiamo, ci possono imputare di non avere cercato di recuperare questa cifra e saremmo passibili di danno erariale. Il punto è che dovremo spenderne chissà quanti in più per vedere di portarli a casa».
LA TRAGEDIA
Secondo la ricostruzione dei periti, il 22 settembre 2014 in seguito allo sversamento di acido solforico in una vasca contente liquami si sviluppò una nube tossica. Morirono Giuseppe Baldan, 48 anni, autotrasportatore di Campolongo Maggiore (Ve) e tre dipendenti Coimpo: Nicolò Bellato, 28 anni, di Adria, Marco Berti, 47, di Rovigo e Paolo Valesella, 53, di Adria. La Coimpo è fallita il 22 gennaio 2018 e le fideiussioni che aveva presentato in Provincia, rilasciate a garanzia della corretta gestione degli impianti di trattamento e stoccaggio di rifiuti, si sono rivelate inesigibili. Le garanzie per quasi 3 milioni di euro, e da Agribiofert, altra azienda presente nel sito, per oltre un milione e 800mila, erano state rilasciate da una società poi fallita.
Una ferita ancora aperta quella della Coimpo: per la bonifica del solo sito, ci vorrà una cifra tra i 10 e i 18 milioni di euro.
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Il Gazzettino