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Una sola telecamera. Ma potrebbe bastare per dare una svolta alle indagini sul triplice omicidio stradale di Santo Stefano di Cadore, nel Bellunese, in cui è stata sterminata metà famiglia di turisti veneziani. Le immagini dell’impianto di videosorveglianza del magazzino dell’alimentari De Candido di via Udine, la strada della tragedia, sono state acquisite dai carabinieri la sera stessa dell’incidente, giovedì 6 luglio. Scandiscono i secondi, quattro per l’esattezza, prima dell’investimento. Prima che l’Audi nera condotta dalla 31enne tedesca Angelika Hutter cento metri dopo falciasse sul marciapiede i pedoni, uccidendo il piccolo Mattia Antoniello, che avrebbe compiuto 2 anni il 16 luglio, il suo papà Marco Antoniello, 47 anni che stava spingendo il passeggino e la nonna materna Mariagrazia Zuin, 64 anni. Nel VIDEO si sente anche il rumore agghiacciante dell’impatto. Interminabile: 5 secondi in cui il boato non finisce più. Nelle prossime ore si saprà se la conducente, che fin dal giorno dell’incidente si è chiusa nel suo silenzio, parlerà: l’udienza di convalida di fronte al gip è fissata per domani mattina, 10 luglio 2023, a Belluno. Non si è aperta nemmeno con il suo difensore, l’avvocato d’ufficio Giuseppe Triolo, al quale ha detto solo: «Sono nel baratro».
La verità sull'incidente in Cadore
Sono le 15, 14 minuti e 54 secondi di giovedì 6 luglio quando l’Audi A3 nera condotta dalla 31enne tedesca, di proprietà del padre, sfreccia sulla strada regionale 355 di Val Degano che porta a Sappada. Prima di lei una Panda cross che procede a una velocità contenuta. L’auto tedesca invece sfreccia a una velocità ben superiore ai limiti di quel tratto: un’arteria in centro urbano dove vige il limite di 50 orari. Poi lo schianto e nessun rumore di frenata, come hanno documentato anche i rilievi dei carabinieri della Compagnia di Cortina, con il Nucleo operativo provinciale guidato dal comandante Christian Costantini, che è andato sul posto quel giorno.
Omicidio stradale plurimo
L’ipotesi d’accusa contro Angelika Hutter è omicidio stradale plurimo, le si contesta il 589 bis del codice penale primo e ottavo comma. Il fatto che non abbia frenato e sia andata dritta sul marciapiede aveva fatto scattare il dubbio in qualcuno che potesse esserci una volontarietà nell’atto. Ma il procuratore di Belluno, Paolo Luca, parla chiaro: «Al momento lavoriamo sugli elementi empirici che abbiamo a disposizione, senza anticipare conclusioni che potrebbero essere fuorvianti, come quella del gesto volontario».
Angelika Hutter può uscire
Non essendoci le aggravanti di alcol o droga, una eventuale scarcerazione potrebbe non essere così remota domani. Ma gli inquirenti sono certi di avere in mano tutti gli elementi per chiedere la conferma del carcere: la donna è senza fissa dimora e non avrebbe un posto dove poter andare per eventuale domiciliari e è una cittadina straniera, con pericolo di fuga. L’avvocato Giuseppe Triolo dal canto suo chiederà e spera nella scarcerazione: «È un incidente, può capitare a chiunque. La mia assistita è distrutta: non vuole essere neanche aiutata». E ieri Alfredo Antoniozzi, vice capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, che ha presentato la proposta di legge di modifica degli articoli del codice penale che disciplinano l’infermità e la seminfermità mentale ha detto: «Ci attendiamo la perizia psichiatrica su Angelika Hutter. Anche di questo la magistratura un giorno dovrà discutere. Non ho dubbi che la difesa la chiederà invocando qualche disturbo di personalità».
Il Gazzettino