Il traduttore salernitano non capisce il casertano... e il processo è da rifare

Il traduttore salernitano non capisce il casertano... e il processo è da rifare
BELLUNO Chi l’avrebbe detto che la varietà di dialetti tra Salerno, Napoli e Caserta è praticamente pari ai gruppi dialettali cinesi. Se lo sono chiesti,...

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BELLUNO Chi l’avrebbe detto che la varietà di dialetti tra Salerno, Napoli e Caserta è praticamente pari ai gruppi dialettali cinesi. Se lo sono chiesti, basiti, ieri i giudici del Tribunale collegiale di Belluno, che dopo quasi tre mesi non riescono a trovare un “interprete” di casertano stretto. E il processo per maltrattamenti e violenza sessuale alla compagna da parte di un marito casertano residente a Belluno è bloccato da mesi. D’altra parte la missione sembrerebbe quasi impossibile: trovare qualcuno nato in provincia di Caserta, all’ombra delle Dolomiti. L’interprete dovrà trascrivere 26 ore di registrazioni di insulti, aggressioni accompagnate da frasi idiomatiche e tante parolacce. Erano tutte indirizzate alla propria compagna dall’imputato casertano A.C., 37enne residente a Belluno. Da mesi il processo è al palo, ieri uno spiraglio: il nuovo arrivo al comando dei carabinieri di Belluno di un appuntato di  Caserta. Così appena si è avuto notizia della possibilità, c’è stata la sospensione di qualche ora e in tempo reale il carabiniere, appena arrivato, è stato portato in aula. Ha giurato di fronte ai giudici e si è preso 90 giorni per tradurre le registrazioni. Speriamo sia la volta buona.


IL PROCESSO
L’imputato A.C. (difeso dall’avvocato Massimiliano Paniz) è chiamato a rispondere di fronte al collegio di giudici di maltrattamenti in famiglia, lesioni e violenza sessuale sulla donna che allora era sua moglie. Ma il processo si era arenato sugli audio e intercettazioni: in parte vennero trascritti dalla consulente della Procura. Il perito però era di Salerno e ebbe difficoltà con parecchi file audio, non comprendendo il casertano stretto. Sono le 26 ore di insulti che devono ancora essere trascritte e per le quali i giudici devono nominare un perito. 

L’IMPASSE

Nell’udienza del 12 dicembre scorso una nuova impasse. Era il giorno in cui avrebbe dovuto parlare il perito incaricato della trascrizione nell’udienza precedente: si era preso qualche mese per la traduzione, ma alla fine rinunciò. Impossibile capire. Quel giorno iniziò la caccia a un nuovo perito. Un finanziere disse di no e si scandagliò tutto palazzo di giustizia per trovarne un altro. Fu la volta di un militare della zona, che quel 12 dicembre giurò e si prese l’impegno della trascrizione. Doveva relazionare ieri mattina, ma in aula si è appreso che anche lui si era, di fatto, arreso a quelle frasi in casertano stretto che non capiva. Solo un casertano doc può trascrivere quelle frasi dialettali. Fortunatamente è arrivato l’appuntato di Caserta: a lui l’impresa. Si torna in aula il 12 giugno. Chissà se quelle frasi verranno finalmente decifrate e potrà arrivare la sentenza. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino