BELLUNO Chi l’avrebbe detto che la varietà di dialetti tra Salerno, Napoli e Caserta è praticamente pari ai gruppi dialettali cinesi. Se lo sono chiesti,...
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IL PROCESSO
L’imputato A.C. (difeso dall’avvocato Massimiliano Paniz) è chiamato a rispondere di fronte al collegio di giudici di maltrattamenti in famiglia, lesioni e violenza sessuale sulla donna che allora era sua moglie. Ma il processo si era arenato sugli audio e intercettazioni: in parte vennero trascritti dalla consulente della Procura. Il perito però era di Salerno e ebbe difficoltà con parecchi file audio, non comprendendo il casertano stretto. Sono le 26 ore di insulti che devono ancora essere trascritte e per le quali i giudici devono nominare un perito.
L’IMPASSE
Nell’udienza del 12 dicembre scorso una nuova impasse. Era il giorno in cui avrebbe dovuto parlare il perito incaricato della trascrizione nell’udienza precedente: si era preso qualche mese per la traduzione, ma alla fine rinunciò. Impossibile capire. Quel giorno iniziò la caccia a un nuovo perito. Un finanziere disse di no e si scandagliò tutto palazzo di giustizia per trovarne un altro. Fu la volta di un militare della zona, che quel 12 dicembre giurò e si prese l’impegno della trascrizione. Doveva relazionare ieri mattina, ma in aula si è appreso che anche lui si era, di fatto, arreso a quelle frasi in casertano stretto che non capiva. Solo un casertano doc può trascrivere quelle frasi dialettali. Fortunatamente è arrivato l’appuntato di Caserta: a lui l’impresa. Si torna in aula il 12 giugno. Chissà se quelle frasi verranno finalmente decifrate e potrà arrivare la sentenza. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino