Un salto di cinque metri nella forra del rio Simon, torrentista bloccata con braccio e gamba fratturati

L'arrivo dell'elisoccorso al campo base
MOGGIO UDINESE - Un salto di cinque metri in una pozza del rio Simon, a Moggio Udinese, dove si trova una delle forre più spettacolari per gli amanti di torrentismo. Ma un...

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MOGGIO UDINESE - Un salto di cinque metri in una pozza del rio Simon, a Moggio Udinese, dove si trova una delle forre più spettacolari per gli amanti di torrentismo. Ma un errore di valutazione l’ha fatta impattare contro dei massi procurandosi la frattura di un braccio e di una gamba. È stato un soccorso molto complesso e impegnativo quello prestato ieri, poco dopo mezzogiorno, a una 23enne di Pordenone. 


A contattare il Nue112 è stato il compagno di escursione della ragazza. La centrale operativa del Soccorso Alpino, allertata assieme all’elisoccorso regionale, ha mobilitato la squadra forre del Cnsas e la stazione di Moggio Udinese, che si sono portati con sei uomini al campo base. L’elisoccorso ha sorvolato la forra per individuare la posizione della ferita (non c’era campo sufficiente per geolocalizzarla con il telefonino), avvistata grazie al fatto che il compagna aveva raggiunto un punto più visibile. Dall’elicottero sono stati sbarcati il tecnico di elisoccorso, il medico e l’infermiera con due verricellate. Sono stati calati in un punto più alto rispetto alla forra, dove il tecnico di elisoccorso ha attrezzato una sosta per poter raggiungere l’uomo che aveva chiesto aiuto.


Purtroppo da quel punto non era possibile raggiungere facilmente tutti insieme la 23enne. E così il tecnico di elisoccorso è stato nuovamente imbarcato sull’elicottero per andare a prelevare un tecnico della squadra forre al campo base. Quest’ultimo, sbarcato direttamente nella forra, è riuscito a raggiungere la ragazza usando prima la corda già attrezzata e poi attrezzando una seconda corda che gli ha permesso di arrivare fino a una pozza, nascosta da una nicchia, dove si trovava la ferita.


I due tecnici del Soccorso Alpino hanno bloccato gli arti della giovane. «Te la senti di uscire dall’acqua con il nostro aiuto?», le hanno proposto. Quando ha saputo che l’attesa della barella dei forristi avrebbe dilatato i tempi di recupero e che non poteva essere sistemata nel sacco a depressione (non si può immergere in acqua), ha accettato di spostarsi con l’aiuto di tre uomini fino al punto più adatto al recupero con il triangolo di evacuazione. «Pilota e tecnico verricellista - spiega il Cnsas - hanno compiuto un’operazione delicatissima, perché pur essendosi potuti allontanare dal luogo dell’incidente, il punto raggiunto assieme all’infortunata era ancora molto incassato». Una volta verricellata a bordo, la giovane è stata affidata al personale sanitario che attendeva al campo base con un’ambulanza.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino